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Che sia uno dei volti noti di master chef è risaputo, ma da qualche tempo Carlo Cracco oltre alle pubblicità di patatine e cucine ha abbinato un’altra passione: i motori. E in pista pare se la cavi molto bene. Logico quindi accettare l’invito di Bragard, colosso delle forniture per chef di alto livello, che dopo l’accordo con Sparco per la linea Racing Chef ha portato Cracco a Volpiano alla sede della azienda torinese per indossare i capi per la cucina e, già che c’era, sistemare il guardaroba in vista di un prossimo debutto agonistico! Dalla cucina alla pista per Cracco il passo è stato breve, ora sappiamo come se la cava ai fornelli, non ci resta che aspettarlo in corsa per capire se saprà cucinare gli avversari con perizia. Di certo non gli manca l’abbigliamento adatto nei due settori!
La F.1 è diventata terreno di conquista per i marchi alcoolici, tanto che la Heineken è l’ultima azienda entrata nel circus coi suoi prodotti dopo che altre, dallo champagne Mumm a Chandon, da Martini (altro nome storico) a Berg e tanti altri marchi. In pochi, però, sanno che l’inizio di tutto avvenne a Maranello grazie ad Enzo Ferrari. Non molti sanno che il drake aveva una passione per i vini di qualità e con l’amico Giacobazzi preparava personalmente le miscele di lambrusco che poi a Natale inviava come confezione regalo. Giacobazzi esportava già negli USA negli anni 70 e quando la Ferrari prese Gilles Villeneuve fu lo stesso Ferrari a convocare l’amico e fornitore Giacobazzi dicendogli: “Da adesso esporterà anche in Canada visto che ho un pilota canadese, metta il suo marchio sulla tuta”. E fu così che per le ultime due gare del 1977 comparve un marchio che fece storia. Infatti il logo Giacobazzi e Villeneuve furono associati in tutto il mondo e quello che era un produttore di vini locale, assunse sempre più aria internazionale.
E Ferrari ne fu felice perché la popolarità della F.1 consentì a una azienda abbinata alla rossa di espandersi. Insomma, anche in materia di sponsor e mercati nuovi Enzo Ferrari era uno che ci vedeva lungo, tanto che oggi, 40 e passa anni dopo, la F.1 vive di investimenti di aziende alcooliche. Ma Giacobazzi, con uno della famiglia come Jonathan che lavora nel team F.1, è una azienda ancora attiva e conosciuta anche se pochi sanno che è stata una delle prime se non la prima in assoluto a pubblicizzare i prodotti vinicoli modenesi con le corse. Il ricordo di quella esperienza sta nella Ferrari 312 T4 usata da Gilles che ogni tanto esce dal museo Ferrari e si esibisce in pista o in eventi particolari con piloti di eccezione oltre allo stesso Jonathan Giacobazzi. Infatti è la vettura che ha usato anche Jacques Villeneuve per ricordare il padre in una occasione a Fiorano.
A Montecarlo c’è stata la solita festa Ferrari su una barca noleggiata per l’occasione. E’ una tradizione che va avanti da anni e alla fine si è scoperto che stare con tutta la squadra su questa barca, che poi è una nave da crociera di medie dimensioni, viene a costare meno che affittare gli hotel nel Principato ed è più comoda visto che è ormeggiata proprio sulla diga foranea, ovvero dietro al paddock. Un concetto particolare di casa e lavoro… Naturalmente la serata del giovedì è stata allietata da spettacoli e ospiti VIP, con Francesco Mandelli (quello dei soliti idioti) particolarmente gasato dall’esperienza e dalla voglia di F.1.
Anche nelle corse le donne rivestono un ruolo importante, specie quando devono destabilizzare un ambiente. Senza scomodare Troia e la guerra che ne è seguita, la storia si ripete sotto diverse spoglie. Una ventina di anni fa un DS fu fatto saltare dal suo ruolo perché la moglie del suo presidente non sopportava che le luci della ribalta fossero tutte per lui e niente per il proprio marito. Poi la storia ha dimostrato che fu un errore tragico, con ripercussioni che sono proseguite per un ventennio circa… Oggi qualcosa di simile sta accadendo. La moglie di un presidente soffre nel vedere le luci della ribalta rivolte ad altri e insiste affinchè il coniuge ricopra un ruolo di primo piano. C’è di mezzo la famiglia, però, divorzi e storie nuove in ballo, per cui quelle che normalmente sono dispute locali, qua assumono una ampiezza preoccupante, visto che fra Spagna, Italia, Turchia, Inghilterra e altro ancora c’è di mezzo il gotha industriale. E allora, fra i due (o tre) litiganti, rischia di farne le spese l’anello debole, che per inciso si trova a dirigere una situazione delicata. Invece che motori, gomme e tecnica, deve pensare a come non farsi schiacciare da questa guerra familiare che rischia di trascinare per altri 20 anni l’agognato successo. Inutile fare nomi, è sotto gli occhi di tutti coloro che annusano l’aria e capiscono cosa potrebbe succedere e cosa sta accadendo molto lontano da dove si crede debba avvenire. Criptico? Meglio così…
Una volta era motivo di vanto, ora non se ne parla che in privato e lontano da orecchie indiscrete. Ma a quanto pare c’è una generazione di piloti che la sera prima del GP si dà da fare e, anzi, pare anche ci sia una competizione fra colleghi, ovvero quante ne passano in una camera da letto per essere poi passate nella camera del collega o rivale che dir si voglia. Pare che ci sia un gruppetto di scatenati piloti che ci dà dentro da paura, non solo single ma pure sposati di recente, e per questione di privacy e marketing non se ne fa cenno o ci si tiene lontani da occhi indiscreti. Pare anche, voci di paddock, che un paio (francesi, vi diamo una dritta) di cui uno ex, siano piuttosto dotati tanto che per l’ex, attuale telecronista, si parla di “Rocco Siffredi del paddock”. Ora non possiamo confermare e ce ne guardiamo bene, ma a quanto dicono alcune, in pista sto tizio non era un granché, ma nel paddock le ragazze della sua ex squadra erano particolarmente impressionate. “E’ come scalare … una montagna” si è fatta sfuggire una. Vabbè, vi abbiamo dato l’indizio…