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Chi sono i promossi e i bocciati di Interlagos? Scopriamolo sfogliando insieme le pagelle del Gran Premio del Brasile 2024 di Formula 1.
Ieri a Interlagos Max Verstappen ha scritto un pezzetto di storia della F1, esibendosi in una prestazione da leggenda. Potrà non essere il più simpatico della compagnia, ma come talento assoluto non ce n’è per nessuno: partito 17° non per colpa sua, ha dato vita ad una rimonta epica con apparente facilità, fino al sorpasso su Ocon. A quel punto si è capito che aveva un ritmo semplicemente inavvicinabile per tutti. E certo, la bandiera rossa gli ha “regalato” un pit stop, però il suo resta un saggio di guida. Voto 10 e lode, immenso.
Voto 10 a Ocon, disperso per buona pace della stagione ma capace di sfruttare al meglio l’unica vera occasione che ha avuto quest’anno: bravissimo già in qualifica sotto il diluvio, in gara si conferma solido protagonista e la strategia lo premia. Stavolta bravo davvero.
Completa la festa Alpine il podio di Gasly, e questa forse è la sorpresa più grande perché la qualifica era andata maluccio e nessuno si sarebbe aspettato un miracolo: invece il francese con metodo, pian pianino, è risalito, anche se in questo caso forse la scelta di non fermarsi attendendo una bandiera rossa è stata ancora più decisiva. Bella anche la sua prova nella sprint race dove chiude 7°. Voto 8, bravo e fortunato.
Voto 8,5 a Russell, splendido sotto il diluvio e per la determinazione con cui ha condotto la prima parte di gara: poi la strategia (che comunque non può essere definita sbagliata in senso assoluto) gli ha fatto perdere la possibilità di una vittoria che avrebbe meritato. La sua resta una prestazione da incorniciare.
Voto 7,5 a Leclerc che in qualifica limita i danni e poi in gara cerca una rimonta che non riesce mai. Difficile pretendere qualcosa da un pilota in quelle condizioni, che tra l’altro abbiamo capito essere un po’ indigeste a questa Ferrari, però altri hanno fatto meglio di lui. E l’idea di fermarsi prima è stata un mezzo disastro. Anche nella Sprint mostra determinazione, ma senza mai riuscire a portare un attacco, anzi finendo per lasciare il fianco scoperto a Verstappen. Verrebbe da dire occasione mancata, ma il monegasco un’occasione vera non l’ha mai avuta e questo lascia un po’ di amaro in bocca.
Ha un gusto amarissimo il gran premio del Brasile per Norris, che pure era stato splendido in qualifica, ma in gara non riesce a passare Russell e, al di là della scelta infelice (ma sensata) di fermarsi per il cambio gomme, si esibisce in un paio di dritti di troppo mentre il suo rivale per il titolo faceva meraviglie. La vittoria al sabato, tra l’altro regalatagli da Piastri, è un brodino di consolazione che serve a poco. Voto 5, manca (quasi) sempre qualcosa.
Voto 8 invece a Tsunoda, con tanti rimpianti per la gara interrotta mentre lui con le full wet appena montate stava per dare vita ad una rimonta epica. La sua rimane comunque una prestazione da incorniciare, a partire dalla qualifica e quindi per tutta la gara, senza il minimo errore. Il talento c’è, la continuità un po’ meno.
Voto 5 a Piastri: il dominatore del sabato mostra si scioglie sotto la pioggia, prima con una qualifica poco brillante e quindi con una gara nella quale fatica rimontare, finendo per prendere anche una penalizzazione per un contatto evitabile. Ancora una volta assente quando più c’era bisogno di lui.
Voto 7 a Lawson: stavolta la star è il suo compagno di squadra, ma lui è comunque bravo a non commettere errori e mostrare comunque una ottima capacità di adattamento anche nelle condizioni difficilissime in cui si è corso. Promosso.
Chiude la zona punti un Hamilton apparso per tutto il fine settimana l’ombra del campione che è stato e che tutti ricordano: lento in qualifica con l’asciutto come con il bagnato e sorprendentemente incline all’errore. Dice che non si trovava con l’auto, ma Russell con lo steso mezzo ha fatto cose più che egregie. Voto 3, disastro.
Fuori dai punti, voto 4 a Sainz, che dopo gli onori e la gloria del Messico sprofonda in un fine settimana horror: poco incisivo sull’asciutto (5° al sabato), sul bagnato sbatte in qualifica e pure in gara. Dalle stelle alle stalle.
Voto 4 però anche a Perez, che non sbatte ma sul bagnato non riesce a combinare niente di buono, lui che pure è stato uno specialista in queste condizioni di pista, mentre il suo compagno dava lezioni di guida a tutti. Ne seguisse qualcuna Checo, forse la sua carriera non sarebbe appesa a un filo.
Voto 6 invece a Bearman, che finisce 12° dopo un paio di errori di troppo però ha il merito di provarci, senza timori reverenziali e senza farsi intimorire dalle condizioni difficili. Siccome comunque, a differenza di altri, è riuscito a evitare grossi danni, la sufficienza ci sta tutta.
Voto 4 a sorpresa ad Alonso, un altro dal quale in condizioni difficili ci aspettavamo che facesse emergere il suo talento e invece niente: anche lo spagnolo, in grosse difficoltà fin dalle qualifiche, in gara rimane mezzo annegato. Siamo a fine stagione, d’accordo, ma forse anche alla fine delle motivazioni.
E voto 4 a Stroll, che almeno in una cosa ci ha ricordato il grande Prost: l’essersi girato nel giro di formazione sotto la pioggia. Chi ben comincia…infatti la sua gara è finita lì.
Stavolta però voto 4 anche a Colapinto, perché va bene essere un astro nascente, ma stavolta ha sbattuto due macchine in un giorno. Roba che nemmeno Sargeant…
Voto 0 invece a tutti i piloti (la stragrande maggioranza) che hanno montato le intermedie quando le condizioni erano palesemente da full wet: certo, al di là dell’aderenza c’era un grosso problema di visibilità e probabilmente ha fatto bene la direzione gara a intervenire, ma cosa ve lo portate in giro per il mondo a fare quel camion di gomme se poi non le usate mai? Il fatto triste è che ormai sono abituati che tanto, se piove molto, la gara si interrompe. E siccome alla fine hanno ragione loro, forse voto 0 anche a tutti i nostalgici come il sottoscritto che si lamentano all’asciutto davanti ad un computer.