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Ad Interlagos è andata in scena una delle qualifiche più emozionati e sorprendenti della stagione. Infatti a ribaltare i pronostici è stato Kevin Magnussen, che è stato il protagonista della sessione, conquistando insieme alla Haas la prima pole in Formula 1, battendo il campione del mondo Max Verstappen, che nonostante un giro non perfetto con il secondo posto mette già le mani su Sprint race e gara. Si candida a sfidarlo George Russell che non ha pagato l'errore nel primo tentativo, quando è finito nella ghiaia causando una bandiera rossa, vincendo ancora il duello nel giro secco con Lewis Hamilton che non è andato oltre l'ottavo tempo. Invece per la Ferrari le prove ufficiali in Brasile sono state il film della stagione 2022, perdendo una grande occasione visto che dopo una Q1 difficile, la F1-75 in Q2 aveva dato ottimi segnali. Se Carlos Sainz è soltanto quinto, il muretto ha rovinato le qualifiche di Charles Leclerc, mandandolo in pista con le intermedie, e sbagliando anche il timing del rientro ai box per cambiare i pneumatici. Strategia che come possiamo vedere dai dati dei tre settori, risulta incomprensibile, e conferma ancora una volta quale sia il grande punto debole della Ferrari.
Infatti l'impresa di Magnussen è stata possibile, oltre che dal suo grande giro, anche dalla strategia della Haas che l'ha fatto uscire dai box per primo. Poi è stato il danese a fare la differenza, riuscendo ad essere l'unico ad eguagliare l'intermedio perdendo soltanto 79 millesimi da Verstappen, che sfruttando la solita superiorità della RB18 sul dritto, ha acceso un casco fucsia. Invece le Mercedes, le Ferrari e Perez pagano già molti decimi nel primo settore, chi accusa il gap maggiore è Leclerc, che in difficoltà con le intermedie, rischiando più volte di perdere il controllo della vettura, è più lento di mezzo secondo di Magnussen e Verstappen.
Magnussen costruisce la sua pole nella parte centrale, dove sfruttando una pista in condizioni migliori, ed una Haas che ha seguito la filosofia Ferrari, mette in evidenza uno dei suoi punti forti: la trazione. Il danese rifila quattro decimi a Verstappen tutti presi in curva otto a causa di un bloccaggio, che gli fa perdere mezzo secondo e tre decimi nei confronti di Russell e Sainz. Invece Leclerc se nel T1 aveva limitato i danni, nel secondo settore è lentissimo, rovinando anche il giro di Perez che era alle sue spalle.
Verstappen prova a recuperare nel T3 e nonostante il lungo rettilineo prima del traguardo, e la velocità di punta della sua RB18 più alta rispetto alla Haas, non guadagna su Magnussen che completa il suo capolavoro conquistando la pole. Il T3 è l'unico settore dove Russell, Sainz e Hamilton si avvicinano a Magnussen e Verstappen, mentre Perez che si è liberato Leclerc soltanto a poche curve dal traguardo, fa un altro intermedio molto alto. Leclerc invece abortisce il giro per cambiare le gomme, ma ormai è troppo tardi, sia perché l'intensità della pioggia è aumentata, ma anche per l'incidente di Russell. Proprio quanto successo nella Q3 mette in evidenza oltre ai limiti della Ferrari a livello strategico anche quelli di Leclerc, che ha accettato nuovamente la scelta della squadra senza imporsi come ha fatto in altre occasioni Sainz, ed è proprio su questo che deve migliorare se vuole lottare e battere Verstappen.