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Max Verstappen ha vinto un Gran Premio del Brasile di F1 che definire pazzo è riduttivo: a fine corsa è successo di tutto, con errori da parte di diversi piloti di primissima fascia. L'unico a non sbagliare è stato proprio Verstappen, scattato dalla pole e capace di liberarsi di Hamilton dopo il terzo pit stop per montare nuovamente le rosse. Questo gli ha consentito di arrivare indisturbato al traguardo, mentre alle sue spalle succedeva il finimondo.
I guai sono cominciati con il contatto tra i fratelli coltelli Charles Leclerc e Sebastian Vettel, mentre stavano battagliando per la quarta posizione. Vettel, nel tentativo di rispondere ad un precedente sorpasso, ha chiuso a sinistra su Leclerc, e quest'ultimo non gli ha lasciato spazio. Al di là delle colpe dei singoli - Vettel ha probabilmente più responsabilità - si è trattato di un vero e proprio harakiri, con un doppio ritiro francamente evitabile, vista la posta in palio.
Di lì a poco, un altro errore maiuscolo, questa volta da parte di Lewis Hamilton. L'inglese, solitamente ineccepibile, ha perso la testa cercando di passare l'incolpevole Alexander Albon per la seconda posizione e lo ha spedito in testacoda, rovinandogli la gara. Hamilton è salito sul podio, ma un'ora dopo il termine della corsa è stato penalizzato di cinque secondi, precipitando così in settima posizione.
Il bailamme degli ultimi giri ha regalato il primo podio in carriera ad un ottimo Pierre Gasly, che ha strenuamente resistito al photofinish ad Hamilton, centrando la seconda posizione. Il modo migliore, questo, per rifarsi di una stagione negativa, con la retrocessione alla Red Bull. Il podio di Gasly è storico per un altro motivo, però: l'accoppiata Verstappen-Gasly regala alla Honda la prima doppietta in F1 dal GP del Giappone 1991.
La penalità ad Hamilton, poi, ha promosso in terza posizione Carlos Sainz: per lo spagnolo è il coronamento di una gara straordinaria, con la rimonta dall'ultima posizione. Peccato che Sainz non abbia potuto festeggiare davanti al pubblico il podio, per via della penalità tardiva ad Hamilton. La conferma definitiva è arrivata ad oltre due ore dal termine della corsa, con la conclusione di un'altra investigazione, che vedeva coinvolto anche Sainz. La tendenza a ritardare le decisioni da parte dei commissari continua; il rischio è quello di confondere gli spettatori occasionali.