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SAN PAOLO - Quattro piloti al traguardo in meno di 5 secondi, pochi decimi fra il primo, Hamilton, e il secondo, Verstappen; botte da orbi, di quest'ultimo con il doppiato Ocon che lo ha speronato, sorpassi incredibili, vedi Ricciardo su Vettel, Bottas e tutti gli altri per la quarta posizione, duelli come non se ne vedevano da tempo e tante polemiche, al punto da far pensare al passato e al titolo del GP: bulli pugni e pupe.
Non è mancato niente nel giorno del successo numero 72 di Lewis Hamilton, che consegna alla Mercedes il 5. titolo costruttori consecutivo, ma l'eroe di giornata è stato senza dubbio Max Verstappen che, in testa alla gara, dopo aver superato tutti con sorpassi perfetti, è finito a sportellate col doppiato Ocon, Force India, che per un attimo ha vestito i panni vendicatori di Juan Pablo Montoya.
In pochi, forse, ricordano che il papà di Max mise fuori gara, da doppiato, Montoya che conduceva la gara in Brasile. Il luogo, poco distante. Invece che in fondo alla Esse Do Senna, alla curva successiva. Verstappen junior in testa con Ocon che si infila e lo manda in testacoda, rovinando macchina e facendogli perdere cinque secondi. Verstappen padre, dopo essere stato doppiato, tamponò e volò sulla Williams di Montoya distruggendogli la gara. Altri tempi, vero, ma stesse situazioni, per non ricordare altri più eccelsi come Senna a Monza centrato in prima chicane dal doppiato Schlesser.
Dopo 17 anni è stata forse la vendetta postuma del colombiano, il quale però non fece nemmeno un tentativo di rissa come ha fatto Max nei confronti di Ocon, inseguito fra i commissari nella sala verifiche e separati per un pelo! Roba da uomini di altri tempi e nel nuovo corso della F.1 made in Liberty, che ha fatto sparire le grid girl, togliendo le ragazze dalla griglia, ha stonato vedere sul podio una serie di ballerine brasiliane agitare le anche a ritmo di samba. Niente di male, anzi! Solo che fra piloti che vogliono menarsi, gente che festeggia, altri che mugugnano, vedi Ferrari che sale sul podio grazie a Raikkonen con un Vettel disperso in sesta posizione, assente e non pervenuto, vedere tutto insieme uno spettacolo in cui Mercedes, Red Bull e Ferrari erano su un altro pianeta, in fondo in fondo fa bene alla F.1.
Perché le discussioni sui casi limite provocano interesse. Se Mercedes vince anche coi cerchioni col buco senza buco, se Verstappen va sul podio per la quarta gara di fila dopo aver rischiato, meritatamente, di vincerla e lo sportellatore Ocon si lamenta perché lo volevano menare, e non chiede nemmeno scusa per l'accaduto, in questo marasma ci sta tutto. Anche le ipotesi dei cronisti TV che a ordinare il gesto scellerato fosse stata proprio la Mercedes per far vincere Hamilton. Vergognoso solo pensarlo, perché Toto Wolff e i tedeschi sono di altra pasta, ma il popolo dei tifosi non aspetta altro per tirare fango addosso a chi ha vinto bene, con merito, e ha mostrato, sopratutto a livello di piloti, di avere un casa il migliore rispetto alla concorrenza, leggi Hamilton due gradini sopra a Vettel e, forse, quasi al livello del Verstappen delle ultime gare.
Vedere tutto insieme uno spettacolo in cui Mercedes, Red Bull e Ferrari erano su un altro pianeta, in fondo in fondo fa bene alla F.1
E' finito un mondiale, con l'assegnazione dell'ultimo trofeo, non è finito il campionato. Ad Abu Dhabi andranno in scena le ultime occasioni di rivalsa, vendette e soddisfazioni. Non ci saranno ballerine sul podio, ci sarà forse ancora rancore fra chi ha perso una gara, Verstappen, e chi ha perso un volante in F.1, Ocon. Poi ognuno resterà con le proprie convinzioni, le proprie certezze. Di sicuro, alla fine, il palmares della stagione 2018 dirà Lewis Hamilton campione del mondo piloti, Mercedes campione del mondo Costruttori. Fine della storia.