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SAN PAOLO – E’ stato il week end del 13. Da quello nefasto degli attentati di Parigi a quello più allegro e prosaico delle vittorie di Nico Rosberg e dei podii con la Ferrari di Sebastian Vettel. Con i due tedeschi che han fatto 13 in Brasile emergono due dati contrastanti.
Della corsa, nulla da dire: come son partiti i primi cinque così sono arrivati… Nessuna emozione, battaglia o sorpasso. Nulla. C’è da dire che con la doppietta Mercedes di Nico che precede ancora una volta Hamilton, si capisce che i tedeschi hanno una superiorità aerodinamica, meccanica e di squadra da potersi permettere di tutto e di più.
Se si pensa che, in lotta fra di loro, i due galletti Mercedes hanno rifilato oltre un secondo al giro a Vettel, primo degli inseguitori, si capisce come il margine in casa sia talmente alto che per l’anno prossimo a Maranello o fanno la rivoluzione o rischiano di finire ancora in coda ai tedeschi.
Forse la speranza è che la Mercedes, dopo aver stravinto in queste due stagione, possa commettere un errore, può capitare e sarebbe auspicabile per lo spettacolo, ma sportivamente non si possono impostare i programmi sperando che gli altri sbaglino, bisogna migliorarsi e qui entra in scena il secondo 13 di Interlagos, i podii di Vettel con la Ferrari in una stagione.
Un ottimo risultato, con tre vittorie e una gara ancora da disputare, cosa che potrebbe migliorare questo record. Ma va considerato che dietro alla Ferrari non c’era nessuno, al contrario di altri anni e altri piloti, per cui la corsa in solitario va presa con le molle, anche se a Maranello possono farsi i complimenti per come hanno corso il campionato rispetto all’ultimo anno. E anche questo è un merito da applausi.
Resta sempre il dubbio Raikkonen, quarto in Brasile, ma staccato da paura, mai in palla e sempre dietro a Vettel. Che, diciamolo, è stato bravo, un acquisto indovinato ma da qui a farlo santo ce ne corre e certa stampa dovrebbe andarci piano, visto che era la stessa, nel 2012 e 2013, che lo aveva ricoperto di insulti, di ladrocini vari e accusato di tutto. Oggi solo perché guida una Ferrari dovremmo cercare una data nel calendario per celebrarne la santificazione… La rinascita dovrebbe passare su due piloti, vedi Hamilton e Rosberg, capaci di alternarsi in testa, cosa che alla Ferrari non accade da qualche anno (vedi Alonso con Massa, poi con Raikkonen e ora con Vettel).
Al di là di queste considerazioni, la corsa brasiliana è stata di una noia totale, le differenze di prestazioni sul giro ha portato subito al trenino nel primo giro e la situazione è peggiorata col passare dei giri di corsa. Solo qualche sprazzo di Maldonado e Verstappen, Nasr che con la Sauber giocava in casa, per il resto tutti in fila, staccati di secondi, giri interi, cosa che non si vedeva da tempo.
Come dire che la tecnologia è una bella cosa, ma a parte i due team davanti il resto non sa come sfruttarla o farla andare allo stesso modo. Troppo complicato e poi alla fine lo spettacolo è questo, tutti in fila appassionatamente, con piloti che spingono al massimo, ci danno dentro l’anima e la gente che sbadiglia in tribuna o davanti alla TV. Un’offesa a chi si è impegnato e non trova l’applauso che merita.
Comunque, la pista non ha colpe, ha posti dove si può superare e tratti dove guidare, se non ci si riesce è perché c’è troppo divario e a parte alcuni che ci provano sempre (Maldonado, Verstappen, Ricciardo) il resto è limitato dai mezzi.
La tecnologia è una bella cosa, ma a parte i due team davanti il resto non sa come sfruttarla o farla andare allo stesso modo. Troppo complicato e poi alla fine lo spettacolo è questo, tutti in fila appassionatamente, con piloti che spingono al massimo, ci danno dentro l’anima e la gente che sbadiglia in tribuna o davanti alla TV
Fra due settimane ad Abu Dhabi non sarà tanto la gara a dire di più quanto i test di gomme del martedì seguente. La Pirelli porterà nuove coperture in vista del prossimo anno. I test saranno a porte chiuse, nessun giornalista ammesso. Che se anche ci fossero stati fra gomme nere e rotonde non avrebbero capito nulla lo stesso.
Ma si sa, la Pirelli è in F.1 per comunicare e hanno scelto questa strada per farlo. Se va bene a loro, va bene a tutti, inutile rompere le scatole a chi lavora per il futuro. Che speriamo arrivi presto con qualcosa di nuovo sotto il profilo battaglie e piloti in grado di vincere. Altrimenti per la F.1 saran dolori.