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Si potrebbe dire che la tanto attesa reazione di Rosberg alla fine è arrivata, oppure - con un filo di ironia - che perdere il Mondiale fa bene al morale del pilota tedesco. Fatto sta che dopo Austin Nico non sbaglia un colpo e anche in Brasile ha dominato, tra l'altro senza ombra di "biscotto" come in Messico. A Interlagos infatti non c'è stato bisogno che il team lo "proteggesse" giocando con le strategie: dopo una bella pole, Rosberg ha resistito bene all'attacco di Hamilton alla prima curva e da lì in poi non ha mai concesso all'inglese un vero tentativo di sorpasso. Per lui quindi voto 9: fuori tempo massimo, ma pur sempre fenomenale.
Da parte sua, Hamilton ci ha provato davvero, in tutti i modi, a vincere una gara a cui tiene moltissimo, lui che in Brasile non ha mail primeggiato e che è cresciuto con il mito di Senna, ma Rosberg semplicemente è stato più forte di lui. Certo, a lasciare perplessi sono il modo in cui è arrivata la sconfitta e le giustificazioni addotte: va bene che le F1 perdono di efficacia quando si arriva vicino ad un'altra monoposto, ma dare a questo la colpa di non essere riusciti nemmeno a tentare un sorpasso, a Interlagos, fa un po' sorridere. Voto 6,5, può fare di più.
Chi invece è tornato a dare il massimo, dopo la brutta parentesi del Messico, è Vettel: 3° al via e 3° al traguardo, senza nessuno ad impensierirlo alle spalle e troppo staccato dalle Mercedes per sognare qualcosa di più, ma comunque autore di tempi lodevoli. Il massimo con la Ferrari di quest'anno, appunto. Voto 7,5.
Non delude, ma nemmeno entusiasma Raikkonen: stavolta niente errori né episodi sfortunati per lui, però fin dai primi giri - quando avevano le stesse gomme - il passo di Vettel è stato per tutta la gara un'altra cosa. Voto 6,5, impalpabile.
Un altro che non si è mai visto, eppure ha portato a casa punti pesanti, è stato Bottas, autore di una bella qualifica - al di là della penalizzazione - e di un ottimo scatto al via e soprattutto capace di sovrastare nettamente il compagno di squadra Massa: per il finlandese quindi una prova da voto 7,5, al di là del poco spettacolo offerto in pista.
A proposito di Massa: in passato ci aveva abituato a grandi prestazioni a Interlagos, ma stavolta ha concluso con un misero 8° posto, faticando a emergere con una vettura nettamente superiore ai rivali. La squalifica finale per l'eccessiva temperatura delle gomme è solo una piccola beffa, ma il vero interrogativo è il perché di una prestazioni così opaca: voto 5, delusione!
Se non fosse stato per la manovra di Verstappen su Perez, ricorderemmo solo una processione dal semaforo alla bandiera a scacchi senza alcuna incertezza sull'esito finale
6° al traguardo, con onore, Hulkenberg, tornato ad esprimersi sui suoi consueti standard elevati: veloce e costante, il tedesco ha colto il miglior risultato possibile, meritando un bel 7,5 in pagella.
Bravo anche Kvyat, discretamente veloce in qualifica e in gara su una pista che premia anche i cavalli oltre che l'aerodinamica della vettura: il 7° posto finale non emoziona, ma è una buona dimostrazione di concretezza in una giornata in cui la Red Bull è apparsa più in difficoltà del solito. Voto 7, meritato.
Una bella rimonta invece è quella messa a segno da Grosjean, partito 14° e buon 8° sotto la bandiera a scacchi, con una Lotus sempre più in difficoltà e ormai allo sbando: una dimostrazione di carattere di buon auspicio per il prossimo anno, voto 7,5.
"Solo" 9°, ma autore anche stavolta di un sorpasso da antologia (su Perez) Verstappen: su una pista difficile e mai vista prima, l'olandese ha dato ancora una volta spettacolo, mostrando tanta grinta e senza commettere il minimo errore. Voto 8, fenomeno!
Chiude a punti Maldonado, al termine di un duello infinito con Nars nel quale è riuscito anche a mandare in testacoda l'avversario, sbilanciandosi in una frenata ritardata. Cose che possono capitare, per carità, e stavolta non ci sentiamo di infierire sul povero Pastor: voto 6,5 quindi.
Deludente invece Perez, inspiegabilmente in difficoltà per tutto il fine settimana e incapace anche solo di avvicinare il ritmo del compagno di squadra: dopo una serie di buone prestazioni, per il messicano arriva così forse la gara più brutta dell'anno, un po' a sorpresa, voto 5.
Voto 4, comunque, ad una Formula 1 che anche su una pista originale - rispetto ai tilkometri di ultima generazione - ed emozionante non riesce a regalare spettacolo. Se non fosse stato per la manovra di Verstappen su Perez, ricorderemmo solo una processione dal semaforo alla bandiera a scacchi senza alcuna incertezza sull'esito finale. Certo, non è colpa della FIA che se la Mercedes è una spanna - anche due - sopra tutti gli altri, però se la F1 perde pubblico un motivo c'è.
E voto 0 a Jean Todt, maldestro nel cercare di portare attenzione su di sé - con la scusa della sicurezza stradale - in un giorno in cui tutto il mondo aveva ben altro a cui pensare.