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Il sistema è ingegnoso: ti danno la tessera figa, con scritto www.spagrandprix.com, un pezzo da collezione che ti gasi solo a vederla. Puoi caricare sulla tessera quanti coins vuoi: il listino prezzi è appeso negli appositi chioschetti carini disseminati ovunque. 1 coin, al cambio, vale 2,5 euro. Caricati i miei belli 28 coins, inizio a fare il figo nei vari punti ristoro del circuito. Il primo è in zona Pouhon, è mezzogiorno, ho fame, e il panino con hamburger e cipolle più altra roba che non voglio sapere cosa sia, manda un profumino invitante.
Tiro fuori la tessera e ordino: please, one of this for me, thank you. La botta arriva quando, appoggiando la tessera su uno strano lettore, mi esce il saldo dei miei coins: 22,4. Significa che il panino variopinto e piccantissimo, neppure troppo grande, mi è costato 5,6 coins, al cambio ben 14 euro!!! Cominciano alcune litanie irripetibili… Mi hanno fregato ben bene, questi simpaticoni di Spagrandprix…
Nel pomeriggio, verso merenda, dopo aver fatto il giro del circuito a piedi, un buchino nello stomaco… Prendo una porzione di patatine fritte, di quelle che alle nostre feste dell’oratorio costano tre o quattro euro. Qui nelle piovose Ardenne, 2,8 coins, ben 7 euro! Ma perché? Perché fottere in questo modo gli appassionati? Siamo ormai solo vacche da mungere senza alcun ritegno né rispetto, col coretto di “amici” che ti dice pure: ben ti sta! Impari ad andare in giro per autodromi.
Dopo quarantacinque anni troppo tardi per farsi venire dei dubbi. Domani tonno in scatola portato dall’Italia e grissini. Che mangerò davanti al chiosco di quelli che oggi mi hanno rapinato. Non prima di essermi fatto rimborsare il residuo della loro tessera figa. Dal prato di Spa Francorchamps oggi è tutto. A domani. Buona serata a tutti.
Testo e Foto di: Beppe Magni