F1, GP Belgio 2020: Ferrari, più in basso di così c'è solo da scavare

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Qualifiche disastrose per la Ferrari in Belgio: Charles Leclerc è tredicesimo, Sebastian Vettel quattordicesimo. E di fronte ad una situazione senza precedenti i piloti sono ormai rassegnati
29 agosto 2020

Si fa onestamente fatica a trovare le parole per descrivere il baratro in cui è piombata la Ferrari a Spa. Nelle qualifiche del Gran Premio del Belgio 2020 di Formula 1, Charles Leclerc ha colto il tredicesimo tempo, mentre Sebastian Vettel è quattordicesimo. Più in basso di così, c'è davvero solo da scavare. E non è facile trovare scusanti per un tonfo sonoro, un risultato che non ha eguali nella storia di grandissimo successo della Rossa. Ma di quei fasti, a 16 anni esatti dall'ultimo titolo mondiale di Michael Schumacher, ora non rimane che un ricordo sbiadito. E la realtà è assai difficile da digerire, non solo per i fan della Rossa, ma anche per i piloti, che in pista ci devono mettere la faccia. 

I tecnici della Ferrari hanno cercato di mettere una pezza sul tallone d'Achille della SF1000, la velocità di punta, scaricando disperatamente l'assetto. Ma così facendo, il retrotreno del Cavallino azzoppato è diventato nervoso, indomabile. Troppo per consentire a Leclerc e a Vettel di aggredire al meglio il settore guidato di Spa, il secondo. E il confronto con lo scorso anno è impietoso: la Rossa 12 mesi fa occupò la prima fila in Belgio. Ma forse è pure peggio accostare la Ferrari all'Alpha Tauri del 2020: perché il vero termine di paragone non è certo la Mercedes, ma sono i team di bassa classifica. E la Ferrari è uscita sconfitta anche da questa atipica, dolorosa battaglia.

Vettel a caldo è sincero, concreto: «È un quadro realistico, purtroppo. È il massimo che la nostra macchina può fare su una pista come questa. C’è qualcosa di molto sbagliato nell’assetto, sin dal primo giorno. Non ci ha permesso di giocarci le nostre carte qui. Questo è quanto possiamo fare al momento. Io faccio il mio lavoro, anche se chiaramente non è bello rischiare di uscire alla Q1. Stamattina non era scontato passare alla Q2 e ce l’abbiamo fatta». Mattia Binotto, invece, spiega: «È una situazione difficile, non c'è dubbio. Non posso essere contento, non lo è nessuno di noi, come non lo sono i tifosi. Si tratta di capire, di guardare avanti. È un weekend in salita, abbiamo cercato di cambiare in tutti i modi la macchina. C'è qualcosa che ci sta sfuggendo: mi aspetto che i tecnici capiscano cosa non va. Dobbiamo comprendere perché le gomme non funzionano». 

Piloti e team principal sconcertati, quasi ammutoliti: era inevitabile vederli così, dopo una qualifica del genere. Ma ora è necessario reagire. E sarebbe quantomeno auspicabile che i vertici - aziendali, non sportivi - della Rossa si esprimessero su quanto sta succedendo, e cercassero di spiegare le ragioni di un dramma agonistico senza precedenti. Serve una posizione di forza da parte di chi la Ferrari la guida, perché la scuderia di Maranello, più che una ciurma unita, sembra un equipaggio allo sbando. E il rischio di naufragare è pesante. Oltretutto, tra due settimane la Ferrari festeggerà i 1.000 GP in casa al Mugello. Anche se, più che una celebrazione, rischia di essere una figuraccia, l'ennesima di una stagione inaccettabile per un team del blasone della Ferrari. 

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