F1, Gp Belgio 2016: Renault, dubbi sull'incidente di Magnussen

F1, Gp Belgio 2016: Renault, dubbi sull'incidente di Magnussen
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I danni occorsi alla RS16 di Magnussen a seguito dell'incidente a Spa suscitano dubbi sulla tenuta del telaio. Grave il distaccamento della protezione della testa del pilota nell'impatto
28 agosto 2016

Stavolta è andata bene, come le altre e per fortuna restano solo le immagini della Renault distrutta e di Magnussen che scende con le sue gambe dalla macchina. La curva non perdona, dalla discesa alla salita Eau Rouge-Raidillon si consumano i drammi sportivi di questa pista. Al sesto giro Kevin perde il controllo della sua Renault, che parte col retro, quando riprende aderenza si impunta e vola verso le protezioni esterne. Il camera car mostra chiaramente che Kevin capisce che finirà male e infatti toglie le mani dal volante e si prepara all’impatto, che avviene violento al punto da distruggere le barriere di protezione che vengono letteralmente strappate.

Il telaio Renault è distrutto nel posteriore, con le sospensioni che hanno sfondato la scocca. E’ la seconda volta con un urto laterale (Palmer a Montecarlo) che la scocca cede in quel modo

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Quello che si vede dopo, invece, apre degli interrogativi, infatti il telaio Renault è distrutto nel posteriore, con le sospensioni che hanno sfondato la scocca. E’ la seconda volta con un urto laterale (Palmer a Montecarlo) che la scocca cede in quel modo. Qualcosa non va e sarebbe il caso di capire come intervenire, ma la cosa peggiore è che nella botta vola via la protezione della testa. Si vede chiaramente che la banda gommosa vola via lontana dalla macchina, lasciando il casco di Magnussen a sbattere contro l’abitacolo.

La protezione alla testa fu messa proprio dopo i gravi incidenti del 1994 e da allora hanno sempre protetto il pilota, tranne in questo caso perché sono volate via durante l’impatto. Si vede che qualcosa non funziona e che Renault, ma soprattutto la FIA, apra una indagine per capire perché e cosa è successo perché i dubbi sono tanti.

Foto: Formula 1, Twitter

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