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"E comunque oggi abbiamo fatto il giro più veloce in gara". Monsieur de La Palisse 2019 ha il volto e la voce di John Elkann, presidente della Ferrari. D'altronde, uscire da Baku ancora sconfitti non fa piacere e bisogna trovare qualcosa di positivo. E il presidente lo ha trovato nel giro più veloce segnato da Leclerc. Magra consolazione e punticino in più a casa. Ma la F.1 è fatta di particolari, di piccoli gesti che a uno sguardo superficiale non vogliono dire nulla. Invece spiegano molto e fanno capire tante cose. Le immagini tratte da Sky F.1 sono state fugaci, meno di due secondi, sufficienti però per aprire un mondo di idee, scenari e supposizioni in chi, da anni, bazzica i box e legge fra le sfumature.
E' accaduto poco prima dell'ingresso in pista dei piloti. Lewis Hamilton si sta incamminando verso la sua vettura, scortato dalla addetta stampa che gli fa anche da supporto, quando a un tratto spunta la sagoma del presidente John Elkann che va deciso da Hamilton, gli mette una mano sul fianco e si congratula. Attenzione, non è stato Lewis ad andare verso il presidente, è stato John a deviare e a mandare un cordiale saluto. Una forma di rispetto per l'avversario, si dirà. Un bel gesto sportivo, senza dubbio. Ma non dimentichiamo che John Elkann è colui che firma i contratti, prende le decisioni e stabilisce il da farsi. L'anno scorso a Monza fu ui a dare il benservito a Raikkonen imponendo Leclerc nonostante, alla vigilia della gara, il finlandese avesse avuto indicazioni diverse dal management della Ferrari.
Essere andato a Baku è stato un modo per stare vicino alla squadra, ma anche (di sicuro) un modo per avere qualche contatto...a quattro occhi per il futuro e farsi una idea. Il rispetto di Elkann nei confronti di Hamilton è lampante, dovuto e sportivo come una persona di classe quale è il presidente della Ferrari sa essere. E al tempo stesso è bastato guardare alcuni speciali TV con Vettel sul banco degli accusati, per gli errori del passato, per capire che da Maranello qualche spiffero comincia a circolare. E se non circola qualcuno cerca di precedere gli eventi. Ecco, due secondi di immagini nei box, un gesto di affetto e stima che dice molto di più di quanto vorrebbe intendere il semplice saluto. E un Hamilton che ha una voglia di Ferrari da soddisfare. E poi un Bottas che vince a mani basse, o quasi, che gli sta davanti. Ovvero, non è solo il pilota che vince, ma la macchina. Modo tutto tedesco di rinverdire una prassi tipica della Ferrari. La storia ci ha detto come sono andate le cose in passato, sarà così anche stavolta?