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Capire le gomme. Ma capire anche Vettel e cosa gli passa per la testa. In Azerbaijan la comprensione degli pneumatici Pirelli non è stata cosa facile. Lo dimostra il fatto che verso il 40 giro Bottas con le supersoft ormai sulle tele fosse più veloce di Vettel con le soft nuove appena messe. Qualcosa non quadra, a meno che le gomme non vengano colorate a caso tanto per fare numero (battuta e quindi da escludere in realtà). Ma proprio su questa comprensione del comportamento delle coperture si basa la sconfitta della Ferrari, che fra prove e tre quarti di gara ha dominato la corsa.
Come dire che in questa fase del mondiale, la rossa ha la miglior monoposto del lotto. Ma se su tre pole in quattro gare si è portati a casa solo due vittorie, di cui una in Australia sfruttando la safety car che ha penalizzato la Mercedes e nelle altre tre ha rischiato di perdere (Cina e Baku) e una l'ha vinta (Bahrain) forse è il caso di porsi qualche domanda su cosa non ha funzionato. Analizzando a freddo la corsa si può dire che dal punto di vista tecnico la SF71H ha reagito al meglio, è la monoposto migliore, si adatta a tutte le piste e in qualifica vola.
I numeri sono lì e non si discutono. In prova c'è stato l'errore di Raikkonen, che è partito sesto mentre poteva essere in pole. In gara c'è stato l'errore di Vettel alla ripartenza dopo l'ultima safety car. Ha tentato un sorpasso a ruote bloccate su Bottas che lo ha portato largo alla prima curva, col risultato che è stato superato di colpo da Hamilton e Raikkonen con Perez che ci è riuscito poco dopo. Tre posizioni in un colpo. Sembra quasi la fotocopia della Cina quando persa la testa della gara, è finito nel girone infernale fino ad essere tamponato da Verstappen. Ergo, quando c'è da stare in testa, a gomme fredde e pista libera, uno come Vettel è imbattibile. Non ce ne è per nessuno. Quando deve inseguire e inventarsi qualcosa, anche con macchina superiore, finisce nei casini. I numeri sono lì a dimostrarlo, quindi non è una critica a priori ma l'esame della situazione delle ultime gare.
Quando c'è da stare in testa, a gomme fredde e pista libera, uno come Vettel è imbattibile. Non ce ne è per nessuno. Quando deve inseguire e inventarsi qualcosa, anche con macchina superiore, finisce nei casini
Un peccato perché Sebastian sa che può contare su una gran macchina e una gran squadra che però non riesce a concretizzare il risultato pieno. E stavolta è stato il rivale numero uno per il titolo, Hamilton, a vincere. Grazie alla sfortuna di Bottas (ma quel detrito possibile che non lo avesse visto in pieno rettilineo ed è stato l'unico a passarci sopra?) e grazie al fatto che Lewis è uno che non molla mai e non sai mai cosa aspettarti. In quanto a Raikkonen, dopo il botto alla seconda curva con Ocon, la sosta ai box e la ripartenza, ha saputo poi gestire le fasi difficili della corsa, ma senza il casino delle Red Bull e un Sainz che andava a corrente alternata e l'errore di Hulkenberg con l'altra Renault, non sarebbe andato oltre il sesto posto. Quello di partenza. E torniamo all'errore delle qualifiche, quando avrebbe potuto partire in prima fila e la corsa avere un'altra storia.