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“La MCL39 è sicuramente una vettura competitiva, molto più veloce di quella dello scorso anno che era già ad un certo livello e molto affidabile” ha esordito Andrea Stella nella conferenza stampa del Gran Premio del Bahrain, quarto appuntamento stagionale della Formula 1. “Abbiamo voluto abbracciare una filosofia più innovativa e coraggiosa, in un certo senso, cambiando la macchina. Non posso che ringraziare tutti i membri della McLaren per essere riusciti a fornire le esattamente le prestazioni che ci eravamo dati come obiettivo per quest’anno” ha proseguito il team principal della squadra di Woking.
“Detto questo, penso che i margini siano veramente molto piccoli, e lo abbiamo visto per esempio nelle qualifiche in Cina – ha continuato Stella – la situazione era abbastanza mista. In Giappone siamo stati battuti anche in gara, quindi bisogna essere realistici nell’analizzare la situazione in termini di performance. Sento parlare spesso di ‘dominio McLaren’ da parte dei nostri avversari, ma penso sia fuori luogo. Ognuno di noi conosce il proprio gioco, tutti sanno come mettere pressioni, o tentare di farlo, nei confronti degli altri. Bisogna essere, però, razionali restando calmi. Sappiamo di dover lavorare sodo per sfruttare il potenziale della MCL39 e continuare a migliorare quello che abbiamo. Solo così possiamo andare avanti, e in questo Suzuka ci è stata d’aiuto svegliandoci”.
Alla bandiera a scacchi della scorsa settimana in Giappone, Andrea Stella e la sua squadra sono stati criticati per non aver dato un ordine di scuderia in favore di Oscar Piastri, in terza posizione ma con più ritmo rispetto a Lando Norris, per cercare di attaccare la leadership di Max Verstappen. “In linea con quanto detto prima, non avevamo bisogno di una vera e propria sveglia perché non stavamo dormendo, e neanche sognando. Eravamo svegli sapendo che se non sfruttiamo al massimo le prestazioni della vettura, allora veniamo battuti o al massimo vincere ma con un margine molto piccolo. Quindi per noi. Questo è ciò di cui parliamo in squadra” ha spiegato il team principal, confermando anche le parole sia di Piastri che di Norris nella giornata di ieri. “Tutto il resto per me sembra essere un po’… costruito dall’esterno perché non rappresenta quelli che sono i numeri della nostra visione”.
Fin dal debutto della MCL39, e parliamo di circa due mesi fa proprio qui a Sakhir, i diretti rivali hanno individuato nel team papaya il favorito alla vittoria, anche con un ampio margine. George Russell ha addirittura lanciato un allarme: “McLaren può smettere già ora di sviluppare l’auto e pensare al 2026”. Ma Andrea Stella non è d’accordo con questa visione. “E’ abbastanza interessante che abbiano queste aspettative da parte nostra dato che il Bahrain è uno degli appuntamenti, storicamente parlando, più complicato per McLaren. Penso che durante i test abbiamo visto un piccolo vantaggio in termini di giro puro. L’unica cosa che abbiamo visto è che la vettura è molto delicata con le gomme, una caratteristica che a Suzuka non ci ha potuto aiutare chissà quanto dato il poco degrado. Qui sarà tutta un’altra storia, quindi forse potrebbe esserci favorevole. Ma per capitalizzare dobbiamo qualificarci bene senza rimanere nel traffico. Ci sono diverse cose che dobbiamo mettere a punto, in particolare per quanto riguarda le configurazioni a bassa velocità, quindi, sono sicuro che McLaren non avrà chissà quale vantaggio rispetto agli altri”.
“Parlando di qualifiche, Oscar per me ha fatto un passo in avanti rispetto allo scorso anno. È molto più sicuro e riesce a mettere insieme tutte le cose. Ha veramente più consapevolezza, cosa che arriva solamente con l’esperienza, frutto anche delle analisi fatte durante l’inverno. Questo discorso vale anche per Lando guardando le telemetrie posso dire che si spingono l’un l’altro. Qualcosa rispetto al passato è cambiato, non solo in termini di prestazione della macchina, ma la combinazione tra le performance pure dei piloti e la MCL39” ha spiegato Stella. Quanto alla possibilità di dover preferire un pilota rispetto all’altro con un potenziale ordine di scuderia. “Non posso escludere che questo accada. Ci sono dei vantaggi nell’avere due piloti estremamente competitivi. Penso che questo vantaggio sia determinante nel lungo periodo perché è questo quello che si vuole. Ma dal mio punto di vista ci potrebbero essere episodicamente alcune situazioni che possono lasciare uno dei due piloti un po' deluso perché la squadra ha bisogno di prendere una decisione o perché la gara si è svolta in un modo e non nell’altro. Siamo consapevoli di questo internamente ma saranno discorsi che affronteremo quando accadrà perché è una questione molto delicata di cui siamo consci sia noi che i piloti”.