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Chi sono i promossi e i bocciati di Sakhir? Scopriamolo insieme, sfogliando le pagelle del Gran Premio del Bahrain 2025 di Formula 1.
Un uomo solo al comando, con l’idea di bruciare ancora una volta le tappe: perché se come hanno pronosticato in tanti “è un futuro campione”, perché aspettare? Perché non ora che ha la monoposto migliore del lotto? Piastri in Bahrain ha dominato il fine settimana e ora insidia da vicino Norris nella classifica generale. Peccato per l’errore a Melbourne, ma intanto l’australiano è l’unico ad avere già vinto due gran premi quest’anno, e sempre in modo perentorio. Sul tracciato di Sakhir non ha sbagliato niente, siglando la pole position e quindi gestendo in testa tutta la gara. Voto 10 e lode, impossibile fare meglio o più di così.
Alle sue spalle voto 9 a Russell, con la stessa motivazione a guardar bene: in qualifica sfiora addirittura l’impresa, cogliendo comunque una fantastica prima fila (salvo retrocedere di una casella per penalità) e in gara lotta strenuamente prima con Leclerc e quindi con Norris, riuscendo nel finale a prevalere sul connazionale nonostante il mezzo inferiore. Sempre più uomo-squadra.
Solo terzo il già citato Norris, che compromette tutto già il sabato con misero 6° posto a oltre 4 decimi dal compagno di squadra. Un risultato sconcertante del quale l’inglese, con la consueta onestà, si assume ogni responsabilità: in gara è bravo a rimontare, nonostante un errore nel posizionamento in griglia che gli costa 5 secondi di penalità, però si tratta di un altro passo falso per un pilota “condannato” a vincere con la monoposto che si trova e con tutti i pronostici che lo danno campione del mondo a fine stagione. E forse proprio questo inizia a essere il problema. Voto 7 di incoraggiamento.
Voto 9 invece a Leclerc, che ancora una volta lotta come un leone senza riuscire a salire sul podio: l’avere tratto il massimo dal potenziale della macchina inizia a essere un ritornello che gli va stretto, soprattutto se il risultato finale è un misero 4° posto. Però va detto che la Ferrari è parsa più vicina a Mercedes e anche McLaren rispetto alle gare precedenti e la safety car probabilmente ha penalizzato le rosse, in quel momento velocissime con le gomme più fresche degli avversarsi. Immensa la sua difesa su Norris, finché ha potuto. Alla faccia del “circo” mediatico durante l’inverno, è lui il pilota di riferimento della Ferrari.
Perché se è vero che Hamilton alla fine gli è finito alle spalle, in questo caso il “come” fa una certa differenza: lento in qualifica, lamentoso in gara (una tradizione per lui), l’inglese quando ha avuto un vantaggi di gomma sugli avversari ha mostrato tutta la sua classe, con staccate profonde e millimetriche che lo hanno portato ad una esaltante rimonta. Però l’inglese ancora una volta ha dimostrato di essere fortissimo solo quando la monoposto è a posto, senza riuscire ad adattarsi o a compensare eventuali carenze, che poi è quello che si è visto anche in Mercedes negli ultimi tre anni. Voto 7 perché ha dimostrato di essere ancora un combattente, però forse è vero che il tempo che passa non fa sconti a nessuno.
Solo 6° Verstappen, il dominatore di Suzuka, su una pista che ha mostrato tutti i limiti attuali della Red Bull, e come se non bastasse l’olandese ha patito problemi su tutti i fronti, durante i pit stop e anche ai freni. Impossibile fare meglio, quindi voto 7,5 sulla fiducia.
Voto 8 invece a Gasly, ottimo 7° dopo essere partito addirittura 4° (grazie alla penalizzazione di Antonelli). Il francese in Bahrain ha trovato le risorse per andare probabilmente oltre quello che è il potenziale della Alpine, lottando per tutta la gara contro avversari assai meglio dotati di lui. Grinta e talento.
Voto 9 invece a Ocon, che dopo avere danneggiato pesantemente la monoposto nelle qualifiche, in gara ha dato vita ad una splendida rimonta, complice una strategia azzeccata: il francese ha un carattere difficile, ma si conferma un gran piede e per ora a sorpresa non ha ancora litigato con Bearman.
Un altro che ha compiuto una piccola grande imprese è Tsunoda, a punti con la Red Bull: in un week end costellato di problemi per l’olandese, il giapponese centra la Q3 e in gara non gira poi così distante dal suo compagno di squadra, dimostrando di avere già abbastanza in mano la monoposto. Voto 8: l’arrivo a punti, il primo della stagione per la seconda Red Bull, è un giusto premio ai suoi sforzi e non potrà che regalargli ulteriore fiducia (non che il giapponese sia uno insicuro di sé stesso, sia chiaro…).
E voto 8 anche a Bearman partendo ultimo è arrivato 10°, anche lui grazie ad una strategia azzeccata, ma anche mostrando grande personalità nei duelli in pista in una gara in cui i distacchi erano molto ridotti.
Voto 8 pure ad Antonelli, e l’essere italiano non c’entra: in qualifica paga solo 2 decimi da Russell e sicuramente l’avere girato a Sakhir con questa monoposto nei test pre-stagionali lo ha aiutato, ma anche sul giro secco i progressi sono evidenti, e in gara mostra grande determinazione e intelligenza nei duelli, tanto da superare anche un certo Verstappen, poi la safety car distrugge la sua strategia di gara, costringendolo di fatto ad un 3° pit stop. Avrebbe meritato un risultato molto migliore, ma non mancheranno le occasioni in futuro.
Voto 7 di incoraggiamento per Doohan: su una pista dove aveva già avuto modo di girare con questa F1, l’australiano ha disputato il suo miglior fine settimana, stando a lungo anche in zona punti. L’obiettivo non gli riesce, ma l’avrebbe meritato. Basterà a convincere Briatore? Intanto probabilmente ha guadagnano un paio di gare in più.
Infine voto 6,5 di incoraggiamento anche per Sainz: anche lui disputa il suo miglior fine settimana dell’anno, entrando in Q3 e risultando per la prima volta più veloce di Albon in qualifica, ma in gara si dimostra fin troppo aggressivo e impreciso nei duelli, forse per l’ansia di dimostrare di essere sempre lo stesso pilota di talento che tutti conosciamo e ammiriamo. Uno squarcio nella carrozzeria lo costringe al ritiro, dopo che una penalizzazione di 10 secondi lo aveva già estromesso dalle posizioni che contano. Però finalmente un po’ di luce.