Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Non appena gli hanno dato la famosa macchina, quella buona per lottare, Leclerc ha risposto da campionissimo: pole position tiratissima, partenza e ripartenza dopo la safety car perfette, una gara dominata costruendo un piccolo margine giro dopo giro, ma anche la determinazione e la lucidità di lottare ruota a ruota con Verstappen riuscendo a prevalere sull’olandese (in pochi possono vantare un’impresa simile). E allora Leclerc 10 e lode, con la consapevolezza che quest’anno per la prima volta nella sua carriera l’obiettivo vero non può che essere il titolo mondiale.
A completare la festa rossa un Carlos Sainz perfetto nel suo ruolo, anche se non ci piace molto questa espressione, perché lo spagnolo ha già dimostrato di non avere niente da invidiare rispetto al compagno di squadra: semplicemente ha un approccio e uno stile diversi. E allora, al di là del risultato in sé, bene l’essere sempre stato davanti a Perez, ma da uno che quasi faceva la pole position era forse lecito aspettarsi che potesse andare ad impensierire Verstappen, invece non ne aveva abbastanza. Tutto bene, anzi benissimo quindi, ma vista la monoposto a disposizione ora serve uno scatto in più, altrimenti il rischio è di restare “perfetto nel suo ruolo” dopo appena una gara. Voto 8,5: campione di concretezza.
Sul podio a sorpresa ecco Hamilton, e fa piacere rivederlo lì perché al netto di certi atteggiamenti che possono non piacere a tutti l’inglese è un grandissimo campione, nessuno dovrebbe dimenticarlo mai, e quando uno così è tagliato fuori dalle posizioni che contano ci perde tutta la F1. La Mercedes di quest’anno è nata male, ormai l’hanno capito tutti, sicuramente riusciranno a invertire la rotta, difficilmente a essere vincenti. L’inglese però non si demoralizza, lotta per le posizioni di rincalzo e regola Russell. Voto 8,5: combattivo.
Al di là del 4° posto che fa classifica, sono invece andate tutte storte a Russell: sale finalmente sull’agognata Mercedes nell’anno sbagliato, non gli resta che asfaltare almeno Hamilton per dimostrare il suo valore e invece il compagno di squadra fa capire di essere ancora lontano dalla pensione. Il giovane pilota inglese soffre in qualifica, poi in gara un po’ alla volta risale, ma è proprio vero che bisognerebbe stare attenti a ciò che si desidera: voto 7, vita complicata.
Incredibilmente 5° Magnussen: era ormai fuori dalla F1 (nel 2021 ha corso in IMSA, peraltro con ottimi risultati) ma il suo ritorno è stato da assoluto protagonista, pur avendo saltato buona parte dei test. Il danese fin dal suo esordio aveva dimostrato un gran piede, poi la sensazione è che si sia perso per strada tra monoposto poco competitive e un’aggressività a volte dispersiva. Ora torna a sorpresa in F1, con una Haas che si scopre - sorpresa nella sorpresa - competitiva. Fortuna? Un po’, ma lui ha il grandissimo merito di sfruttare l’opportunità: voto 10, grande ritorno.
Un’altra bella sorpresa di quest’anno è l’Alfa Romeo, forse anche per Bottas che riesce così a prendere i primi punti stagionali dopo una bella qualifica. In gara sbaglia la partenza, ma non si dà per vinto e inizia a risalire. Voto 7,5: bravo, ma manca sempre qualcosa.
A punti Ocon, con una Alpine veloce ma non velocissima: al francese resta la soddisfazione di stare davanti al compagno di squadra. In ogni caso non un’impresa banale: voto 7.
A punti anche Tsunoda, che in Bahrain si è visto poco, segno forse di una maturità finalmente raggiunta: certo Gasly finché è stato in gara viaggiava su altri ritmi, ma il giapponese non demerita. Voto 6,5, pensa ai punti.
Solo 9° Alonso, che soffre forse più del dovuto il degrado delle gomme e una strategia non proprio perfetta. Peccato perché in qualifica aveva centrato la Q3. Voto 6,5, benino, ma senza entusiasmarsi.
Incredibilmente (chiediamo scusa) a punti anche Zhou Guanyu, che mostra un passo lontano da Bottas, ma anche una buona maturità: in qualifica entra comunque in Q2 e in gara sta lontano dai guai, risalendo man mano e finendo per girare non molto lontano dal ben più esperto compagno di squadra. Il punticino finale è il premio inatteso per un esordio in cui onestamente il pilota cinese non ha sbagliato niente. Voto 7 di incoraggiamento.
Fuori dai punti, voto 9 a Verstappen, beffato nel finale dopo un fine settimana da protagonista assoluto: velocissimo come sempre in qualifica, un martello in gara, spettacolare (ma anche molto corretto) nel duello con Leclerc. Sicuramente meritava un finale diverso, ma avrà tante occasioni per rifarsi.
Voto 7 invece a Perez: stavolta il messicano ha limitato il distacco in qualifica rispetto a Verstappen, ma sabato è finito comunque 4°, quindi la partenza sbagliata e il recupero, senza mai però arrivare a impensierire Sainz. Almeno un tentativo in questo senso, finché è stato in gara, era lecito aspettarselo. In penombra.
Ci è piaciuto di più, in proporzione, Albon (voto 7,5): anche lui rientrato in F1 dopo un anno di stop, fa subito la differenza rispetto al compagno di squadra dimostrando di essere un pilota di talento. Peccato per la monoposto.
A proposito di rientri, voto 7 a Hulkenberg: chiamato all’ultimo momento a sostituire Vettel, senza test e con una monoposto del tutto diversa rispetto a quelle a cui era abituato, in qualifica riesce comunque a stare davanti a Stroll (voto 6, l’auto non va, ma lui non ci mette molto del suo), anche se poi in gara sprofonda lentamente. Il piede però c’è sempre.
A proposito di piede, voto 7,5 a Gasly: forse dall’AlphaTauri era lecito aspettarsi qualcosa di più dopo i test invernali, ma il francese ancora una volta stava correndo da protagonista.
Voto 5 invece a Schumacher: Magnussen dopo un anno di stop e senza test lo sovrasta completamente, lasciando pensare che con un pilota più veloce probabilmente le Haas in zona punti sarebbero state due. Serve un cambio di passo.
E per lo stesso motivo voto 5 anche a Latifi, che però a differenza del tedesco ha almeno la scusante di una monoposto poco competitiva.
Senza voto invece Norris e Ricciardo, perché quando due piloti del loro calibro hanno un rendimento del genere è evidente che il problema non è nell’abitacolo e con la McLaren vista in Bahrain diventa davvero difficile anche solo esprimere un giudizio.
A proposito di team, voto 10 e lode alla Ferrari, stavolta sì, senza incertezze: il motore forse è il migliore del lotto, la monoposto è veloce ed equilibrata, i meccanici perfetti nei pit stop. Si fa presto a dire “recupereremo con il cambio delle regole”, ma riuscirci è tutt’altro che scontato: il lavoro oscuro di due anni ha pagato. Bravi.
Leclerc 10 e lode
Ferrari 10 e lode
Magnussen 10
Verstappen 9
Sainz 8,5
Hamilton 8,5
Bottas 7,5
Albon 7,5
Gasly 7,5
Ocon 7
Russell 7
Hulkenberg 7
Zhou 7
Perez 7
Tsunoda 6,5
Alonso 6,5
Schumacher 5
Norris s.v.
Ricciardo s.v.