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Se la stagione dovesse proseguire come si è visto nella prima gara in Bahrain, allora le premesse sono ottime. Vedere Lewis Hamilton vincere il GP dopo un duello con Max Verstappen, che era partito dalla pole position, fatto di una guida al limite, con controllo del consumo delle gomme, visione complessiva della corsa e sangue freddo con nervi saldi ha riconciliato con la F.1. E vedere come Max sia riuscito a stare attaccato alla Mercedes e rendere la posizione di testa dopo averla superata a tre giri dalla fine, ma oltrepassando i limiti di pista, fa capire come da questi due piloti ci saranno altri momenti epici.
Ci voleva una lotta così e finalmente è arrivata, al punto che la tensione ha reso questa gara quasi interminabile per i due box rivali. In Bahrain il mondiale ha presentato quello che tutti volevano: lotte ravvicinate, battaglie fra auto e piloti diversi in uno spazio ridotto, senza i distacchi abissali del passato. A vedere lo spettacolo in pista, con la Ferrari che nelle fasi iniziali era addirittura terza con Leclerc (ha poi concluso al sesto posto) e i duelli con Norris e la sua McLaren, la rimonta di Perez che da ultimo (si è spenta la macchina nel giro di ricognizione e partito dai box ha recuperato fino al quinto posto), viene quasi da chiedersi perché cambiare il regolamento a fine stagione
La gente vuole vedere le lotte ravvicinate e più piloti in bagarre, con queste regole congelate e le possibilità di sviluppo limitate, si sono visti i piloti in azione fare la differenza. Perché non c'è dubbio che in pista Hamilton e Verstappen abbiano fatto la differenza rispetto ai loro compagni di squadra e il loro duello ha esaltato le qualità di entrambi. Alla fine Verstappen ha perso, ma la sua gara, a partire dalla pole position, merita applausi visto che la sconfitta è maturata al box con una decisione tardiva nel primo cambio gomme. Hamilton, per contro, ha saputo tirare fuori da una Mercedes inferiore alla Red Bull tutto quello che poteva e la sua 96 vittoria è il frutto di esperienza, abilità e capacità di guida. Lewis sotto questo aspetto non si discute e l'aver trovato un avversario che, a quasi parità di macchina, gli dà quella carica in più vuol dire avere le motivazioni giuste per puntare all'ottavo titolo iridato
Detto dei due giganti, la corsa ha mostrato anche altro. Ha mostrato una McLaren in crescita con Norris e un po' in ritardo con Ricciardo (complice la tamponata di Gasly) che gli ha squilibrato la vettura, ma entrambi a ridosso del podio e in lotta con la Ferrari. Il Bahrain, parlando della rossa, ha mostrato degli aspetti positivi, ovvero il fatto che si può lottare da vicino con i rivali del proprio gruppo, ha mostrato che la macchina è migliorata rispetto all'anno scorso e che i pit stop sono fatti in tempi decenti rispetto ai rivali e non lenti come nella passata stagione. Se poi guardiamo la classifica e vediamo Leclerc a quasi un minuto e Sainz a 1.07, si capisce come sul passo gara ci sia ancora da lavorare. Ma intanto la strada sembra essere quella giusta. Sainz, per contro, ha disputato un GP senza lode e senza infamia. Partito guardingo, superato pure da Alonso (gran duelli i suoi fino al ritiro), Carlos poi non ha saputo più trovare il passo giusto per inserirsi nelle posizioni più alte. Di certo può solo migliorare, per cui archiviamo questa prima gara con l'acquolina in bocca perché gli elementi di attesa sono tanti.
Un piccolo appunto per l'Alfa Romeo. Giovinazzi era tranquillamente in zona punti ma un errore al pit stop della squadra (mancava una gomma...) lo hanno relegato fuori dai primi 10, dove meritava di essere. A tutto vantaggio del debuttante Tsunoda, che ha marcato i primi punti della carriera. Davvero bravo, visto che partiva molto indietro. Mick Schumacher ha concluso il GP maturando esperienza, mentre l'altro esordiente, Mazepin, è stato protagonista per due curve. Alla terza era già contro le barriere. Prossimamente farà meglio di sicuro...