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Dopo il podio di Sebastian Vettel in Turchia, la Ferrari esce ridimensionata dalle qualifiche del Gran Premio del Bahrain 2020 di Formula 1. La Rossa torna in Purgatorio, su una pista sulla quale lo scorso anno aveva monopolizzato la prima fila. Tempi diversi, e, soprattutto, monoposto diverse. La forza della SF90 è la debolezza della SF1000, e, con un motore deficitario come quello del 2020 e una forte resistenza all'avanzamento intrinseca al progetto, era impossibile fare bene. La vettura, rispetto a ieri, negli on-board ha mostrato un bilanciamento migliore, ma, senza performance, non si va da nessuna parte. Il risultato è l'undicesimo posto per Sebastian Vettel e il dodicesimo per Charles Leclerc, separati da soli 13 millesimi. Potranno scegliere la gomma per lo start, ma, con la maggior parte dei primi dieci qualificati con le medie, non cambierà molto.
«Il programma - racconta Vettel nel post qualifica di Sakhir - era sfruttare la scia all'ultimo tentativo. Non ha funzionato perché Russell era in mezzo con le soft. Ci siamo avvicinati nel secondo e nel terzo settore, ma non è bastato. Spero che la gestione delle gomme domani possa fare la differenza. La macchina andava piuttosto bene, ma non è facile fare tutto in un solo giro. Non sono contento del mio giro. Ma Sakhir è una pista di motore, sapevamo non sarebbe stata facile. Per la gara vedremo, potremo prendere molti punti facendo molto bene e trovare qualcosina di più con le gomme e con la strategia».
Ancora sana autocritica da parte di Leclerc nell'analisi delle sue qualifiche. «Non sono sorpreso, ho fatto fatica sin dalla FP1, guida troppo aggressiva per queste temperature. Abbiamo fatto progressi in qualifica, non mi aspettavo di passare il taglio. Potevamo fare di più, ma dopo le FP3 pensavo di fare pure peggio. Onestamente la bandiera rossa è stata un problema per tutti, ma è stata colpa mia non riuscire a replicarmi nel secondo tentativo. Non credo si possano fare miracoli, anche perché quasi tutti i primi dieci con la media. Vedremo con la strategia».