F1, GP Azerbaijan 2023: arriva l'atteso podio per Ferrari

F1, GP Azerbaijan 2023: arriva l'atteso podio per Ferrari
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Paolo Ciccarone analizza la gara di F1 del GP dell'Azerbaijan 2023 direttamente da Baku
30 aprile 2023

BAKU – Quando c’è la febbre un brodino caldo può essere un toccasana. In Azerbaijan il brodino lo ha preso la Ferrari col terzo posto di Charles Leclerc dopo una gara noiosa che al secondo giro era già decisa col sorpasso da DRS aperto di Sergio Perez sulla Ferrari.

Passare così come se fosse in autostrada quando incontri una utilitaria, fa capire la facilità della vittoria Red Bull che fa doppietta con un Max Verstappen non proprio convincente fino alla fine. Sarà che il messicano su questa pista ha già vinto altri due GP “Due e mezzo se consideriamo la gara sprint del sabato” ha puntualizzato Checo, sarà che Verstappen ha patito problemi meccanici fin dalla vigilia con una mappatura motore differenziale non proprio azzeccata, fatto sta che anche qui, invertendo i fattori, il prodotto non cambia. Ovvero sempre Red Bull è senza avversari.

La Ferrari si è quindi consolata ma il merito va senza dubbio alla pole di Leclerc del venerdì che ha consentito di partire davanti ad Alonso che con la sua Aston Martin, da vecchio volpone, aveva più pensato alla corsa che alla qualifica. E infatti, se in prova si era beccato un secondo dalla Ferrari in pole, in gara è stato mediamente più veloce della rossa e lo ha ammesso anche Leclerc: “Aveva un passo migliore, siamo riusciti a ottenere un podio che ci dà morale ma abbiamo ancora tanto da fare”. E in effetti, se la prestazione “vera” della Ferrari era quella di Sainz, giunto quinto ma staccatissimo, allora si capisce meglio come su questa pista a favore della Ferrari hanno giocato alcuni fattori. Il primo, senza dubbio, la capacità di Leclerc di interpretare al meglio un tracciato lungo in cui sfiorare i muretti, la seconda analisi riguarda il consumo delle gomme, molto basso.

Lo hanno dimostrato Hulkenberg e Ocon, partiti dai box e fermatosi al penultimo giro e cambiare gli pneumatici solo perché obbligatorio, altrimenti avrebbero concluso tutta la gara senza fermarsi. E questo, con la crisi di gestione delle gomme della Ferrari, apparsa evidente dopo pochi giri (dal 20 al 28 giro Leclerc aveva accumulato oltre 20 secondi dal vertice con una Red Bull che ha controllato senza problemi la corsa e quindi con un potenziale ancora maggiore) la situazione potrebbe rivelarsi imbarazzante nelle prossime gare, a partire proprio da domenica prossima con il GP a Miami su una pista diversa da questa ma sempre anomala. Quindi, anche con la rivoluzione del format delle qualifiche e gara sprint, non è cambiata la sostanza (e non poteva essere altrimenti) ma almeno a Maranello si è visto uno spiraglio e un bilancio tutto sommato positivo alla luce degli ultimi avvenimenti. In quanto alla gara in sé, poco da dire: una noiosa processione in cui, per 51 giri, sono rimasti tutti più o meno alla stessa distanza.

Fra gestione consumi, gestione gomme e tempi di 6 secondi al giro più alti rispetto alle qualifiche, più che una gara di F.1 sembrava una di durata. Anzi, a Spa in contemporanea a Baku, la gara è stata più vivace nonostante le 6 ore e il clima pazzerello che ha dato pepe. E anche qui la Ferrari ha concluso al terzo posto dietro alla doppietta Toyota.

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