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Il binomio F1 e circuito cittadino è stato sempre sinonimo di gare che si vincevano in qualifica (o quasi). Baku, teatro del Gran Premio dell'Azerbaijan, ci stupisce con il suo rettilineo principale, il più lungo del mondiale, dove conterà molto la performance del motore e sicuramente Ferrari e Mercedes avranno un bel vantaggio.
Tuttavia la sezione con curve a 90 gradi predilige le monoposto con la miglior trazione. Sarà fondamentale mantenere la temperatura delle gomme posteriori sotto controllo ed evitare brusche accelerazioni; il grosso rischio è quello di strappare la gomma e perdere decimi su decimi nel tratto guidato.
Il tracciato di Baku è uno di quei circuiti dove l’errore non è contemplato sia nella realtà sia nella simulazione; troppi muretti da sfiorare e pochissime vie di fuga. I piloti non lo amano e non lo amo nemmeno io.
La perdita di lucidità è dietro l’angolo e mi è capitato, durante i test, di perdere per un attimo l’orientamento nonostante stessi usando un casco VR. Molto particolare è la S velocissima prima del traguardo: utilizzando un’aerodinamica abbastanza scarica (per guadagnare in velocità di punta) in quelle due curve da affrontare a gas pieno la monoposto si alleggerisce davvero tanto.
Sul simulatore è lo sterzo che trasmette questa sensazione (assolutamente non piacevole), nella realtà non oso nemmeno immaginare. Ultima peculiarità è il tratto da curva 8 a curva 11: claustrofobico tanto quanto un giro a Macao o Montecarlo. I cordoli sono veramente insidiosi ma sono tappa obbligata per non perdere troppo tempo. Riuscirà Verstappen a mantenere i nervi saldi? I ferraristi lo sperano più di tutti.
Federico Sciarra