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SPIELBERG - Charles Leclerc ingrana la quinta e in una sinfonia alla Wolfgang Amadeus Mozart porta a casa la terza vittoria della stagione, la quinta in carriera, e lo fa con una Ferrari menomata in cui negli ultimi 12 giri ha dovuto combattere contro un acceleratore pazzerello, che a volte gli impediva anche di scalare le marce e il tutto mentre Verstappen, secondo, si avvicinava sempre più. E' stata una Ferrari dominante la domenica quanto succube al sabato, segno che sulla lunga distanza avevano pensato bene agli assetti e al consumo gomme, infatti la Red Bull, scattata al comando, ha pagato dazio con un consumo maggiore e un ritmo non irresistibile, tanto che i pit stop anticipati di Verstappen rispetto a Leclerc, seppure lo avessero portato in testa dopo la sosta, non ha impedito a Leclerc quei sorpassi in pista che hanno fatto la differenza. E la differenza sostanziale è stata che si è trattato di sorpassi puliti, senza cattiveria da parte di entrambi, segno di maturità reciproca e di conoscenza dei limiti e del potenziale a loro disposizione.
Alla fine la Ferrari vince, ma non convince ancora sul piano affidabilità, perché Carlos Sainz, che seguiva Leclerc come un'ombra, ha perso un secondo posto garantito a causa della rottura della power unit, andata in fumo in pieno rettilineo mentre stava per sorpassare anche lui Verstappen. Il principio di incendio della sua rossa fa capire come e avesse ceduto qualcosa a livello idraulico e la speranza è che non si debba procedere a sostituzioni complete come accaduto sulla macchina di Leclerc. E parlando del monegasco, gli ultimi giri al cardiopalma, col rischio di un ritiro beffa, fa capire come sul fronte affidabilità ci sia ancora da lavorare. Perché stavolta in Austria la strategia è stata perfetta, i pit stop perfetti e le scelte dei piloti anche. Peccato il ritiro di Sainz, resta in ogni caso il fatto che due settimane dopo, la Ferrari ha colto due vittorie a "casa" loro, ovvero Silverstone, sede della Red Bull, e Zeltweg, casa Red Bull nel vero senso della parola.
Una bella doppietta che cancella polemiche e discussioni e che coi fatti fa capire molto meglio di dichiarazioni varie. Ci voleva per il morale e per la classifica generale, visto che Verstappen ha 38 punti di vantaggio su Leclerc e con una Ferrari che sembra aver ritrovato il passo di inizio stagione, non è impresa impossibile contrastare questa Red Bull, che ha pure perso Perez per le conseguenze meccaniche, dopo una collisione con Russell al primo giro, e di fatto si è trovata menomata nella lotta iridata. In Austria è salito ancora sul podio Hamilton, davanti al compagno Russell, dopo un venerdì disastroso con macchine raffazzonate (non è da Mercedes ma tanto è...) portare a fondo la corsa, anche se a quasi 40 secondi, è davvero da applausi anche se lenta sul dritto e poco veloce dà l'impressione di infilarsi al vertice sfruttando le occasioni. Infine una nota di plauso per Mick Schumacher, sesto, a punto dopo una gara grintosa e combattuta egregiamente. Un bel sospiro per un pilota che era finito nel girone dei dannati e che riporta il sorriso alla Haas Dallara visto che anche Magnussen ha concluso 8 con la squadra anglo italiana.