F1, GP Austria 2019: gli appunti di viaggio del nostro inviato

F1, GP Austria 2019: gli appunti di viaggio del nostro inviato
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Gli appunti di viaggio del nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, impegnato a Zeltweg per il Gran Premio d'Austria 2019
28 giugno 2019

Come era la battuta? Bella vita che fai, serve un portaborse? etc etc... Ebbene, ecco le ultime dal vostro inviato in prima linea che vi spiega alcuni lati nascosti del mestiere di inviato. Facciamo un passo indietro, domenica sera. Gp di Francia. Lasciamo il parcheggio per tornare in Italia quando scopriamo di avere una gomma a terra. Sostituita grazie al supporto dei ragazzi della Prema Racing, abili nel trovare soluzioni anche su auto che non siano da corsa, il viaggio di ritorno a casa diventa lungo e faticoso col ruotino montato e la velocità di 80 orari... Dopo oltre 7 ore e mezza finalmente vediamo la meta agognata, il letto, mentre il sole sorge all'orizzonte.

Poco male, c'è di peggio e lo scopriamo partendo per l'Austria dopo una veloce puntata a Francoforte per la presentazione di un modello auto di serie. Si riparte al giovedì mattina, auto in perfette condizioni (la nostra fedele Renault Gran Scenic) e si attraversa la pianura padana sotto un sole africano. Punte di 40 gradi, non un filo di vento. La stanchezza è tanta e quando finalmente si vede una stazione di servizio, con la dicitura ristorante, si decide di fermarsi a mangiare. Il famoso arrosto con patate altro non è che una roba surgelata (a 8 euro) per cui l'unica attesa è il microonde che faccia il suo dovere prima di metterlo nello stomaco.

Che ci sia qualcosa che non funzioni lo scopriamo dopo qualche km, in territorio austriaco, quando a un tratto la vista di una toilette diventa fondamentale come l'acqua nel deserto per chi non beve da giorni. Risolto l'inghippo e superato il pit stop, becchiamo il traffico di una sorta di autostrada in costruzione presso Judemburg. Si cerca l'hotel del collega, rigorosamente dalla parte opposta a dove siamo noi, ma il paesaggio verde, le mucche al pascolo e il venticello che soffia non fa capire che i 38 gradi in altura siano qualcosa di anomalo. Finalmente si arriva al bed and breakfast dove siamo ospiti da anni con i fotografi olandesi. Bussiamo, ci apre la signora Aloisa, che comincia a fare gesti, disperata e dispiaciuta. Non parla inglese, solo tedesco. Ma si fa capire: sono arrivati in 10 e la stanza prenotata a febbraio è sparita.

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E quindi? Ach so, problem dice la vegliarda. Che comincia a guardarsi in giro mentre restiamo lì con la valigia in mano, il sudore che cola e il dubbio di dover dormire per strada molto forte...Alla fine ci accompagna verso una fattoria lì vicino, ci presenta il proprietario che parla un po' di inglese e ci fa accomodare in una stanza, con la moglie che ci dice di togliere le scarpe per non sporcare il pavimento, di fare attenzione alla doccia perché esce solo acqua fredda e di non fare casino in camera. Ringraziamo, borsa da un lato, scarpe dall'altra, almeno abbiamo un tetto per la notte. Arriviamo in pista e scopriamo che c'è di peggio. Ovvero un pezzo grosso della F.1 si è trovato in un pollaio al piano inferiore e lucernaio spacciato come hotel 4 stelle (forse volevano dire 4 stalle) a 150 euro l'uno. Ma non ha trovato di meglio. Si incrocia un collega di un importante quotidiano italiano e si scopre che l'arrivo in pista è stato traumatico. In Francia, il lussuoso albergo prenotato, in realtà era una stanza fatiscente, il bagno sporco e con gli scarichi intasati.

Cambiato al volo (e discusso per i pagamenti) dopo il GP invece che tornare in Italia è stato inviato a Montpellier per i mondiali femminili di calcio e quando si è trattato di arrivare in Austria, dopo aver preso l'aereo alle 6 del mattino, si scopre che questo era rotto e che l'attesa, senza assistenza, è durata oltre 10 ore. Al caldo, senza mangiare e in piedi... L'arrivo in pista è avvenuto via Amsterdam (dalla Francia...) con auto a nolo da Graz fino a Zeltweg e poi ricerca hotel a 80 km dalla pista...Visto che nella vita c'è di peggio e chi lavora in miniera ha il massimo rispetto, non ci lamentiamo oltre, ma serve per far capire come non sia tutto rose e fiori fare questo mestiere. Certo, l'alternativa era una tenda all'ingresso del circuito a 180 euro a notte (avete letto bene: una tenda). Nel paddock, intanto, finite le riunioni dei team manager e bocciata la proposta di tornare alle gomme dell'anno scorso, assistiamo all'incontro del...mese. Chandhok che va da Emanuele Pirro e lo abbraccia imbarazzato. Pirro ricambia il saluto, lo prende da parte e comincia a spiegargli alcune cose lontano da orecchie indiscrete (quelle dei giornalisti...).  Il resto prossimamente su queste colonne.

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