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Nella notte italiana, mentre a Melbourne splendeva un sole cocente, è stata scritta una nuova pagina del gran libro del motorsport italiano. Infatti, Andrea Kimi Antonelli ha ufficialmente debuttato in Formula 1 come pilota titolare della Mercedes nelle prime due sessioni di prove libere del Gran Premio d’Australia, round di apertura della stagione 2025.
Accorsi dall’altra parte del globo per sostenere il figlio tutta la famiglia Antonelli, dalla mamma Veronica e il papà Marco, la sorellina di nove anni Maggie che ha saltato la scuola per una giusta causa. Vedere il proprio fratello debuttare a soli diciotto anni in Formula 1 non è sicuramente una cosa che capita tutti i giorni, per di più se con un top team come Mercedes. E di questo ne è consapevole anche il padre che ha fatto crescere Kimi a pane e motori essendo stato lui in primis un pilota e proprietario di un team di vetture GT3 e monoposto di Formula 4.
Nonostante l’emozione del momento, Marco Antonelli non si è voluto sbilanciare. “Faccio questo mestiere da tanti anni e siamo qui a Melbourne per lavorare – ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport F1 – sicuramente quando avrà inizio la gara un po’ di emozione ci sarà, ma durante le prove libere la concertazione deve essere su quello che accade in pista, non altrove. Tutta la famiglia è qui a sostenerlo perché questo è un appuntamento che non potevamo mancare. Nel box Mercedes mi sento più un pilota che un papà. Mi hanno danno le cuffie ma non le ascolto. Preferisco guardare i tempi e i settori, vorrei girare per il paddock, per la pista, ma è abbastanza difficile qui”.
In effetti è tutta un’altra storia rispetto a due settimane fa quando si è appostato in varie zone del tracciato di Sakhir, dove si sono disputati i test prestagionali in Bahrain, per osservare più da vicino il figlio in pista a bordo della W16. “Kimi mi sta piacendo per come si sta comportando, fa le cose step by step, usa il cervello; è solamente la prima gara di 24 e il cammino è lungo, deve prendere feeling. Non credo che sia già al livello di George Russell, quindi i sei decimi che vediamo sono giusti. Non ha quella confidenza che ha il compagno di squadra” ha chiosato Marco Antonelli.