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Unica certezza, undici titoli mondiali sul podio del GP d’Australia con Verstappen primo su Red Bull davanti ad Hamilton e la sua Mercedes e un incredibile Alonso al terzo podio di fila con Aston Martin.
Il GP d’Australia è stata una gara noiosa per il 99 per cento del suo svolgimento, stravolta dai commissari di gara negli ultimi tre giri e ricca di polemiche su decisioni che hanno penalizzato Sainz e la Ferrari, messo KO le due Alpine e creato inutili e pericolosi precedenti. Andiamo con ordine per capire meglio.
Al via i primi scattano bene con Russell che si porta al comando davanti ad Hamilton e vedere le due Mercedes condurre su Verstappen e la sua Red Bull fa capire che forse succede qualcosa di nuovo. Leclerc parcheggia la sua Ferrari nella sabbia dopo un contatto con Stroll in cui il canadese non ha nessuna colpa e lo ammette poi lo stesso pilota della rossa. Davanti Sainz recupera bene fino a quando si arriva al primo stop. Albon va a muro con la Williams e la direzione gara espone la bandiera rossa. Ufficialmente per pulire la pista visto che le barriere non risultano danneggiate. Si riparte, e fin qui tutto fila liscio anche se rifare una partenza invece che stare 5 giri dietro a una safety car è senza dubbio più pericoloso, ma si capisce che qui l’intento è creare spettacolo, anche in maniera artificiale.
Dimenticavamo, nel frattempo della prima sospensione, per qualche istante c’era stata la safety e Russell era rientrato ai box, finendo poi in mezzo al gruppo quando la gara è stata sospesa per via della bandiera rossa. Quindi, danno prima e beffa poi, col motore in fiamme che lo ha costretto al ritiro. Fin qui le procedure sono sembrate eccessive ma non stravolgenti. È nel momento in cui Magnussen va a muro che scatta la seconda bandiera rossa. Mancano pochi giri alla fine della gara, la classifica potrebbe essere congelata, tanto non sarebbe cambiato niente. E qui scatta la seconda partenza col botto innescato da Sainz che tampona Alonso, le due Alpine che si inzuccano e Sargeant che centra De Vries. Risultato, altre macchine ferme e altra bandiera rossa.
E qui va in corto circuito la direzione gara, perché manca un giro soltanto alla fine del GP e quindi che fare? Semplice, la fanno ripartire. Ma come? Usando la griglia del giro precedente, ovvero quella con Alonso terzo invece che 11° e tutti gli altri nella loro posizione originaria. Ovvero, si considera come non fatta la partenza. Peccato che decidano di dare 5 secondi di penalizzazione a Sainz per un incidente che di fatto non esiste più.
Per cui, altro show con le macchine che fanno un giro dietro la safety car, tagliano il traguardo, danno la vittoria a Verstappen Hamilton e Alonso (gara meritata la loro) e infliggono la penalizzazione a Sainz che da 4° (meritato) finisce 12°. Fine dei giochi e polemiche a profusione. Vogliono emozioni? Tre partenze in una gara lo sono. Sicurezza? Meglio la safety e pulire la pista o le partenze? Come si è visto, al via succedono incidenti, quindi il discorso sicurezza va a farsi benedire. Ripresa della gara dopo interruzione al primo via della seconda partenza? Vale o non vale? Non vale. E allora perché dare penalità a Sainz? Perché ha provocato un incidente che ha messo KO le due Alpine di Gasly e Ocon. Giusto, ma allora visto che la partenza non era valida, tanto valeva fare come ai vecchi tempi: gara interrotta non viene ripresa. Tutti felici e contenti con una classifica che era quella della pista e non gestita a tavolino alla ricerca dello show. E tornando alla direzione gara, viene in mente Apollo 13: Houston, abbiamo un problema. FIA, qui di problemi di direzione gara ne abbiamo più di uno…