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Che Max Verstappen sia in pole position, con la Red Bull, ormai non fa notizia mentre vedere le due Mercedes di Russell ed Hamilton subito dietro fa sembrare le qualifiche di Melbourne una sorta di pesce d’aprile. Lo scherzetto non è riuscito a Perez che in Q1 è subito uscito per lo stesso problema che al mattino lo aveva mandato in sabbia cinque volte. Come dire che la pratica interna alla Red Bull fra i due piloti, stranamente ha trovato soluzione.
Quello che emerge da questa qualifica è però il passo indietro della Ferrari che comincia a scricchiolare anche nei rapporti fra i due piloti. Sainz quinto e Leclerc settimo con quest’ultimo furioso col suo ingegnere di pista: “Mi avevano segnalato possibilità di pioggia che non è arrivata, ho fatto una Q3 di merda, poi nel primo tentativo Sainz era davanti a me nel T1 poi è successo qualcosa (lo spagnolo si è fatto da parte per farlo passare, ndr) per cui dobbiamo risolvere e capire meglio perché il potenziale della SF23 era decisamente altro”.
Queste le sue parole che fanno capire come la rivalità interna fra i piloti, con Sainz a 20 punti contro i 6 di Leclerc, i problemi meccanici (sono entrambi al secondo motore turbo e Leclerc ha pure fatto fuori le due centraline previste per tutta la stagione) la rivalità interna, ma soprattutto una macchina che non va come le altre, sono componenti esplosivi se non arriva una inversione di tendenza. “La macchina è più preparata per la gara” ha detto ancora Leclerc, vero, ma siccome l’anno scorso in qualifica aveva segnato la pole position, nel confronto coi tempi del 2022 e quelli del 2023 emerge un dato unico. I numeri non mentono ed eccoli qua. Leclerc aveva fatto la pole in 1’18’’868 rifilando 286 millesimi a Verstappen.
Nelle qualifiche del 2023 Verstappen ha girato in 1’16’’732, ovvero ha guadagnato rispetto all’anno scorso 1,4 secondi al giro. Ora, consideriamo che fra le C5 Pirelli dell’anno scorso e la mescola C4 di quest’anno ci sono fra i 3 o 4 decimi al giro a vantaggio di quest’ultima, emerge certo che Red Bull ha guadagnato oltre un secondo al giro nello sviluppo della macchina, la Ferrari, che è andata solo 5 decimi più veloce dell’anno scorso, ha guadagnato nello sviluppo della SF23 poco più di un decimi al giro. Una controprova? Prendiamo la Mercedes di Hamilton: il suo incremento rispetto all’anno scorso è stato di 1,7 secondi, detratto il vantaggio di gomma (quantificato in circa 4 decimi) vuol dire che il “bidone” Mercedes ha guadagnato oltre 1,3 secondi rispetto a 12 mesi prima. Si chiama sviluppo e questo fa capire come la Ferrari lo abbia sbagliato. Il sospetto? Che l’anno scorso nella prima fase di stagione andassero così forte da non aver capito il perché. E quando hanno messo sopra le mani sulla macchina per lo sviluppo, non avendo capito i motivi di vantaggio, abbiano solo peggiorato le cose. Come dimostra la SF23 che doveva essere lo sviluppo vincente della macchina del 2022.
Regolazioni e basta? Se dopo tre gare si parla di nuove sospensioni, di motori depotenziati (che invece dovevano essere i superveloci in assoluto e secondo Helmut Marko di Red Bull lo sono davvero) allora il quadro è desolante. Andare piano o forte non è fondamentale. L’importante è capire perché. Cosa che al momento non trova riscontro con la pista. E intanto Leclerc comincia a soffrire Sainz e questo apre un altro capitolo delicato all’interno della squadra…