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Dopo due indizi, a Melbourne è arrivata la prova: al momento sono Leclerc e la sua Ferrari il binomio da battere. Se ne è finalmente reso conto, quasi sorpreso, anche il monegasco, che in Australia ha corso da assoluto dominatore, non solo in termini di prestazione, ma anche come attitudine: in qualifica si è tenuto un paio di decimi nel taschino fino al momento decisivo e in gara ha allungato con disinvoltura dopo la partenza e dopo le safety car, accumulando con disarmante scioltezza un vantaggio cospicuo. E poi il giro veloce finale, quando ormai non serviva più, per annichilire anche sul piano morale chi insegue. Voto 10 e lode a Leclerc, semplicemente perfetto, ma 10 e lode anche alla Ferrari che ha davvero mantenuto la promessa di sfruttare il cambio di regolamenti per mettere in pista un’auto vincente. E una volta di più lo ribadiamo: dirlo era facile, riuscirci non era affatto scontato.
Secondo, ma con un distacco a dir poco importante Perez: veloce in qualifica, in gara il messicano si complica la vita con una partenza non impeccabile e lotta a lungo con le Mercedes, dimostrando come sempre una bella grinta. Insomma fa il suo, ma contro Leclerc e la Ferrari oggi era impossibile battagliare. Voto 8.
Terzo con un po’ di fortuna e tanto merito Russell (voto 8,5): finalmente un podio “vero”, e la conferma di non essere da meno di Hamilton, il che forse è anche più importante. L’inglese sopravanza il compagno di squadra grazie al pit stop in regime di virtual safety car ma viaggia sui suoi ritmi per tutto il fine settimana, con una Mercedes che è sembrata in ripresa: sembrata, appunto, perché in realtà in qualifica ha preso un secondo secco dalla Ferrari.
Stesso voto (8,5) per Hamilton, che arriva dietro a Russell ma in qualifica gli si era infilato davanti con un guizzo da campione, come da campione è stata la partenza con cui riesce a uscire in terza posizione dalla prima curva. Non poteva durare e lui lo sapeva, ma doveva e voleva almeno provarci. Ci manca già non vederlo in lotta per la vittoria.
Chi è risorto davvero in Australia, dopo due gare troppo brutte per essere vere, è la Mclaren (voto 7), con Norris 5° (voto 7,5) e Ricciardo 6° (voto 7) tornati nelle prime posizioni, anche se non sono mai riusciti ad attaccare le Mercedes pur avendole a tiro. Una gara in coppia e solitaria allo stesso tempo la loro, ma sicuramente un bel progresso.
A punti anche Ocon, che ha dato molto meno spettacolo rispetto al compagno di squadra Alonso, ma alla fine ha concretizzato di più, anche se la sensazione è che in Australia l’Alpine potesse puntare a qualcosa di più: nel dubbio voto 6,5.
Ancora a punti Bottas, anche se stavolta l’Alfa Romeo è apparsa meno competitiva sul giro secco, restando fuori dal Q3: il finlandese nella prima parte di gara non sembrava avere il ritmo per rimontare, poi un po’ alla volta è risalito, come spesso gli accade con qualche incertezza nei duelli ravvicinati. Voto 6,5, una certezza nel bene e nel male.
Solo 9° Gasly e anche questo sembra un risultato un po’ “stretto” pensando alle potenzialità dell’auto: in effetti il francese fatica a passare Stroll (come evidenzia un impietoso Alonso in radio, nemmeno fossero incolonnati per andare la lago la domenica mattina) e nel finale perde una posizione per un’escursione nel prato. Voto 6 perché a punti ci va comunque, però da Gasly ci aspettiamo di più.
Chiude la zona a punti nella sorpresa generale Albon (voto 7,5), capace di correre praticamente tutta la gara con le stesse gomme: il suo è un saggio di guida in tema di gestione gomme e anche la Williams dimostra di avere fantasia almeno nelle strategie (voto 7,5 per l’intuizione, perché per il resto c’è poco da stare allegri). Non si capisce però perché non si siano fermati durante l’ultima neutralizzazione.
Fuori dai punti, anzi fuori gara, Verstappen, l’univo avversario vero di Leclerc, ancora una volta azzoppato dall’inaffidabilità, ma stavolta incapace di reggere il passo e forse questo brucia ancora più dello zero in classifica. Lui però come sempre ha fatto la differenza, almeno provando a mettere pressione al monegasco: voto 8,5, incolpevole.
Voto 4 invece a Sainz, che è sfortunatissimo il sabato quando gli viene annullato il primo tentativo un secondo prima che passasse sotto la bandiera a scacchi, ma quello che succede dopo è tutta una concatenazione di errori: quello nell’unico tentativo valido in Q3 e quindi il tentativo di sorpasso a dir poco velleitario che lo porta al ritiro. Con una Ferrari così forte, doveva avere più pazienza. Spiace per lui, ma quest’anno che possono contare su una macchina vincente, Leclerc è già prima guida “sul campo”. Urge però riscossa, anche nelle prestazioni, perché la Ferrari ha il potenziale per lottare per la vittoria con due punte.
Tra gli insufficienti anche Alonso, che il sabato dava l’impressione di poter centrare un grande risultato ma sciupa tutto: in gara quindi lo spagnolo risale con generosità, ma poi una seconda sosta ai box compromette tutto. Va bene che la strategia la fa la squadra, ma possibile che un campione con la sua esperienza non abbia voce in capitolo? Nel dubbio voto 5, stranamente sciupone.
E voto 5 a Vettel, con l’attenuante di avere meno dimestichezza con la nuova vettura: certo che schiantarsi da solo con un muretto in accelerazione è roba da Latifi, mica da un quattro volte campione del mondo.
Leclerc 10 e lode
Ferrari 10 e lode
Russell 8,5
Hamilton 8,5
Verstappen 8,5
Perez 8
Norris 7,5
Albon 7,5
McLaren 7
Ricciardo 7
Ocon 6,5
Bottas 6,5
Gasly 6
Alonso 5
Vettel 5
Sainz 4