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MELBOURNE - Più di così Charles Leclerc non poteva fare. Dopo la pole position del sabato ha condotto la gara dal primo all'ultimo giro e ha pure segnato il passaggio più veloce, ottenendo un grande slam che la Ferrari mancava dal GP di Singapore del 2012 con Fernando Alonso. Per ritrovare certi record bisogna fare un salto nel passato di almeno una decina d'anni, segno che la Ferrari di quest'anno ha ritrovato in un colpo tutto quello che era mancato in precedenza. E a rendere più gioiosa la vittoria della rossa a Melbourne c'è stato il ritiro del pretendente numero 1 al titolo: Max Verstappen, infatti, per la seconda gara su tre corse ha dovuto ritirarsi per un problema meccanico, con tanto di fiammelle al posteriore: "E' inaccettabile non finire nemmeno le gare" ha tuonato al suo box. Vero, perché le gare prima di vincerle bisogna finirle, regola numero 1 delle corse.
Il secondo posto di Perez, a oltre 20 secondi da Leclerc, non fa testo perché il messicano non è mai stato in bagarre con il ferrarista, al massimo ha dovuto superare una Mercedes dopo una partenza non proprio felice. E questo dice un'altra cosa importante: con o senza ritiro Red Bull, la Ferrari ha dominato. Col ritmo di gara, con la strategia, con la visione lucida di Leclerc che voleva il giro più veloce e il relativo punto assegnato, consapevole che il mondiale sarà lungo e ogni punto importante. Una lucidità permessa anche da una macchina, la F1-75, che consente di fare tutto quello che si vuole. Ovvero spingere in scioltezza, avere un ritmo superiore agli altri e, cosa fondamentale per la Ferrari e tutte le squadre coi motori Ferrari, avere una affidabilità mostruosa.
Perché se vai a vedere l'ordine di arrivo, scopri che in tre gare su 6 motori Ferrari in pista, di solito arrivano tutti in zona punti o quasi. Al contrario dei rivali. Un altro tassello importante da incastonare in una giornata quasi perfetta. Perché quasi? Perché l'altra Ferrari, quella di Carlos Sainz, è uscita di pista al secondo giro. Dopo una partenza infelice a causa dell'anti stallo che lo ha piantato in griglia facendolo retrocedere, lo spagnolo ha cercato di recuperare ma un errore alla chicane gli è costata l'uscita di pista e l'insabbiamento. Fine dei sogni e fine delle speranze di imporsi. Perché il suo errore è pesante sopratutto perché dopo tre gare ormai le gerarchie in Ferrari sono definite e quindi dovrà correre per Leclerc, poi perché in fase di rinnovo del contratto di due anni, a sto punto non può pretendere molto più rispetto a prima. E questa è una pessima notizia per Carlos e una buona per la Ferrari, perché con una macchina competitiva e un pilota da vertice come Leclerc, il secondo sedile diventa un problema secondario e facilmente gestibile
Non possono dire lo stesso in Mercedes, graziati dal terzo posto di Russell davanti ad Hamilton, col primo che è addirittura secondo in classifica mondiale dietro a Leclerc, seppure staccatissimo. Se una Mercedes annaspa e ha già perso terreno, una Red Bull che pur veloce non concretizza il suo potenziale, vuol dire che il mondiale, alla vigilia della tappa di Imola del prossimo 24 aprile, ha preso una direzione ben precisa. Quella di Maranello. Adesso bisogna fare in modo che questa direzione si mantenga costante fino a destinazione...