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La Mercedes ha dominato in Australia, ma non con il pilota che ci si attendeva: mattatore del GP è stato un Valtteri Bottas in grandissima forma. Capace di beffare Hamilton in partenza, Bottas ha poi controllato la corsa, mostrando un ottimo ritmo sia con le soft usate che con le medie a fine gara. Anche il giro più veloce è il suo: l'ha voluto fortemente a fine corsa, per ottenere un punto in più in un weekend che ha visto la sua prima vittoria dal GP di Abu Dhabi del 2017.
Mercedes totalizza una doppietta grazie al secondo posto di Lewis Hamilton. Dopo il pattinamento in partenza, Hamlton ha accusato difficoltà con le medie fresche, montate per marcare ad uomo Vettel. Proprio il comportamento degli pneumatici Pirelli stupisce: il degrado visto negli scorsi anni è sparito, consentendo ai piloti di ottenere prestazioni notevoli a fine stint. Le hard sarebbero state meglio delle medie per il secondo stint?
Sorride anche Max Verstappen, con il terzo gradino del podio, il primo per Honda nell'era dell'ibrido. Il binomio Red Bull-Honda convince e consente a Verstappen di beffare Vettel e di inseguire Hamilton, anche se un errore nel finale ha impedito all'olandese di sferrare l'attacco decisivo.
La vera nota dolente di Melbourne, in ogni caso, è la Ferrari: dopo i risultati ottimi dei test, la Rossa non ha raccolto quanto seminato, e nessuno dei piloti è finito sul podio. Che a Maranello si siano "seduti" troppo dopo le prestazioni invernali? Certo è che sia Mercedes che Red Bull hanno già portato aggiornamenti che hanno funzionato. Per la scuderia di Maranello si tratta di una sconfitta pesante, da cui trarre un insegnamento per il futuro.
La Rossa ha accusato anche grossi problemi con le gomme: la scelta di far montare le medie a Sebastian Vettel quasi subito si è rivelata assolutamente controproducente. Interpretare il comportamento delle gomme sarebbe stato fondamentale. Si è registrato anche un primo ordine di scuderia: Charles Leclerc, più veloce di Vettel nell'ultima fase di gara, viene invitato a restare alle sue spalle. In ogni caso, 40 secondi di distacco dalla vetta sono troppi.
Parliamo di questo e molto altro con il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, nella nuova puntata di DopoGP F1.