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Dopo il Bahrain, la Formula 1 si sposta a Jeddah per la seconda gara stagionale, il Gran Premio dell’Arabia Saudita. Una corsa, questa, che offrirà molti spunti di riflessione, soprattutto riguardo ai veri valori in campo. Ecco le cinque domande a cui avremo risposta proprio nel fine settimana di gara che si appresta a cominciare.
Dopo un inizio di stagione tutt’altro che auspicabile – in Bahrain non solo ha accusato il ritiro di Charles Leclerc, ma è stata di fatto la terza forza in pista – la Ferrari a Jeddah spera di risalire la china, quantomeno riducendo il divario prestazionale con la Red Bull. Le acque a Maranello sono tutt’altro che calme, come dimostrano le indiscrezioni arrivate da più fonti attendibili nella settimana di pausa dall’attività in pista, e la Rossa cercherà un sollievo da questi cambiamenti complessi proprio a Jeddah. Il tracciato saudita sulla carta dovrebbe essere più congeniale alla SF-23, e sicuramente non sussisteranno i compromessi in termini di assetto necessari in Bahrain per non stressare eccessivamente gli pneumatici. Domani si dovrebbe rivedere l’ala monopilone che in Bahrain era risultata troppo “ballerina”. Staremo a vedere.
Dopo la prestazione straripante del Bahrain, alcuni concorrenti della Red Bull – George Russell in testa – avevano addirittura ipotizzato un en plein di vittorie in campionato per la scuderia di Milton Keynes, un’impresa che non centrò nemmeno la mitologica McLaren MP4/4 nel 1988. La spiccata efficienza aerodinamica della RB19 è stata dote assai preziosa nel contesto di un tracciato con un asfalto particolarmente abrasivo come quello di Sakhir, su cui è bene optare per un assetto leggermente sottosterzante – e quindi “contronatura” con le attuali gomme Pirelli, che tendono verso un naturale sovrasterzo – per preservare le gomme posteriori. A Jeddah questo vantaggio competitivo della Red Bull non emergerà. Per questo è lecito pensare che il divario prestazionale rifilato alla concorrenza scenda.
Vera sorpresa della prima gara stagionale, l’Aston Martin con Fernando Alonso in Bahrain è stata di fatto la seconda forza in pista. Lo si è intuito soprattutto nell’ultima parte di gara, in cui Fernando, dopo i sorpassi sulla concorrenza, ha avuto pista libera. La AMR23, docile nelle mani di Alonso e di Lance Stroll, nonostante le difficoltà fisiche di quest’ultimo, si è distinta anche per la gestione delle gomme, nodo cruciale in Bahrain. Una singola pista – e per giunta atipica – non è una prova sufficiente della vera forza dell’Aston Martin. Jeddah, definito il circuito cittadino più veloce al mondo, sarà un ulteriore banco di prova per la AMR23, che in Bahrain non si è dimostrata particolarmente veloce sul dritto. Se la AMR23 dovesse essere innanzitutto subito rispondente alle esigenze dei piloti anche a Jeddah, potrebbe essere un ottimo segnale.
Lo si era capito già dai test, ma nel weekend di gara in Bahrain abbiamo avuto la conferma: in Mercedes c’è ancora molto da lavorare per riuscire a rendere la W14 una monoposto davvero in grado di insidiare la Red Bull. Dopo le dichiarazioni al vetriolo di Lewis Hamilton, che ha spiegato che i suoi appelli per “pensionare” la filosofia aerodinamica scelta per la W13 erano caduti nel vuoto, si sente aria di cambiamento. Qualche piccolo intervento dovrebbe già vedersi in pista a Jeddah, ma sarà solamente la punta dell’iceberg. Ma servirà molto di più per risalire la china. E in Arabia Saudita avremo un’idea più chiara della gravità delle vere difficoltà della W14 di Hamilton e di George Russell.
La pista del GP dell’Arabia Saudita, come ogni cittadino che si rispetti, è decisamente insidiosa, e gli errori si pagano cari. Ne sa qualcosa Mick Schumacher, protagonista di un pauroso incidente nelle qualifiche del GP nel 2022, che lo costrinse a non prendere parte alla gara. Anche la minima sbavatura, insomma, può avere conseguenze devastanti. È una prova molto sfidante per i tre rookie della stagione 2023 di F1, Logan Sargeant, Oscar Piastri e Nyck De Vries, chiamati ad essere impeccabili anche se la loro curva di apprendimento è appena cominciata.