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JEDDAH - Ci sarebbero stati tutti gli elementi per celebrare una incredibile pole position per Sergio Perez e la sua Red Bull, prima volta dopo undici anni e 216 GP disputati. Ma come si dice, non è mai troppo tardi. A far da damigelle d'onore le due Ferrari di Leclerc, ad appena 25 millesimi, e Sainz. Le Ferrari si sono dimostrate di un altro pianeta per tutta la sessione ma a tenere desta l'attenzione, oltre al problema degli attacchi missilistici, è stato il drammatico incidente di Mick Schumacher che ha fatto temere il peggio per diversi minuti. In un contesto in cui la vigilia è stata fonte di discussioni per gli attentati e la voglia di non correre, rientrata alle tre di notte dopo lunghe trattative e rassicurazioni governative, si è scesi in pista con un clima particolare tanto che il sospetto che qualcuno non volesse correre ma sia stato obbligato a farlo, era molto forte
Prendiamo ad esempio Lewis Hamilton, soltanto 16 tempo e fuori già in Q1, cosa che non gli capitava dal 2009. "Ho avuto problemi di assetto, ho forse preso una strada sbagliata" ha detto mestamente ai microfoni delle TV. Ma è un vero problema tecnico o nessuna voglia di essere protagonista di una gara contestata per vari motivi? Il dubbio è molto forte. Detto questo e relativa sorpresa (in negativo) il botto di Schumacher ha riaperto le polemiche su questo tracciato velocissimo senza via di fuga alcuna. Attimi di terrore, silenzio radio e soccorsi a rilento. Una volta rimossa la vettura, aperta in due per l'urto contro le barriere a oltre 200 orari, il problema è stato ripristinare la pista con relativa condizione di sicurezza. E anche qui si è visto una organizzazione impacciata e per niente brillante. I petrodollari hanno aiutato in questa scelta locale (55 milioni a GP oltre a investimenti di circa 400 milioni sul campionato oltre al circuito e tutto il contorno) ma si vede che i quattrini non possono comprare tutto il resto. Competenza compresa.
A questo punto la sessione è ripresa e mentre le Ferrari di Leclerc e Sainz si sono alternate al comando, a dimostrazione di una vettura completa e ben equilibrata, alla fine la sorpresa è stata Perez che ha colto la prima pole position della carriera. Ma sinceramente, con tutto quello che si è visto e col clima che circonda il paddock, posto peggior non poteva essere perché di festeggiare e celebrare non c'è proprio niente. Infine una nota per Verstappen, quarto a concludere il gruppetto di testa. Strano il suo rallentamento quando arrivava Leclerc e infatti la direzione gara ha aperto una indagine sul comportamento del campione del mondo. Ci mancherebbe solo un atto di poca sportività a concludere una giornata lunga, pesante, stressante e col grosso dubbio di cosa accadrà in gara al di fuori della pista. Pensiero che accompagna diversi piloti, Hamilton in testa (per giunta offeso da un commissario che gli ha augurato di bruciare, commissario poi allontanato dal circuito) ma in degna compagnia con Alonso, Russell e pochi altri capaci di esporsi ed esprimere il proprio pensiero, ma la gara si farà e quindi, come dicono gli americani, lo show continua.