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JEDDAH - Certo perdere una gara a tre giri dalla fine quando sembrava che tutto fosse sotto controllo, lascia l'amaro in bocca ma Charles Leclerc può consolarsi perché il secondo posto alle spalle del vincitore Max Verstappen vale oro. Infatti il pilota della Ferrari allunga in classifica generale e rinforza il comando iridato. Certo, è appena la seconda corsa della stagione e il mondiale è ancora lungo, ma alla luce di come è andata e dalle prestazioni mostrate, la Ferrari può sorridere.
Carlos Sainz terzo, Leclerc secondo, ma in testa a lungo, a dimostrazione che la F1-75 è un progetto nato bene: sia di telaio, che di motore e aerodinamica. Tre piste diverse, tre risultati al top. Dai test a Barcellona alla doppietta del Bahrain al duplice podio di Jeddah. Ce ne è davvero da leccarsi i baffi. Se Leclerc ha ceduto è perché la Red Bull aveva scelto un assetto più scarico, quindi più veloce in rettilineo. E nelle mani di Verstappen ha fatto la differenza proprio nei giri finali, quelli in cui si mettono da parte le strategie e si picchia duro sul gas alla ricerca della miglior prestazione. E' stato un duello vecchio stile, fatto di tattica, intelligenza e mestiere. Come quando Leclerc ha costretto Verstappen a una frenatona prima del rettilineo principale. Infatti in quel punto scatta il conteggio per usare il DRS, l'alettone mobile, in rettilineo.
Se fosse passato Verstappen, il distacco inferiore a un secondo avrebbe permesso a Leclerc di aprire l'ala e superare ancora l'olandese. Max, che non è un fesso, ha pensato lo stesso e ha bloccato le ruote, sfruttando poi il vantaggio dell'ala aperta. Finezze, giochi di testa e il tutto a oltre 300 all'ora. Roba per palati fini. Poi la tecnica. Due concetti diversi, Ferrari e Red Bull, due risultati simili in fatto di prestazioni. Un bel rebus per i tecnici, intrigante per gli appassionati, esaltante per la Ferrari dopo tre anni di sofferenze e bocconi amari. Adesso si va in Australia, con una Ferrari in testa alle due classifiche mondiali, cosa che non si vedeva da tempo immemore e con un Leclerc deluso per un secondo posto che era una vittoria fino a tre giri dalla fine.
Tempo fa avrebbero festeggiato una settimana un risultato del genere, adesso ci sono i musi lunghi, segno che è cambiata anche la mentalità di squadra: "E' stato un bel duello con Max ma sono deluso per non aver vinto, mi spiace" ha sintetizzato Leclerc con Verstappen che coi suoi uomini si domandava: "Ma come ha fatto la Ferrari a recuperarmi tutto lo svantaggio in così poco tempo?" segno che le sorprese in un mondiale che segna molti ritiri per cedimenti meccanici (Alonso, Ricciardo, Tsunoda, Bottas tanto per citarne alcuni) e incidenti per una pista demenziale con organizzazione insufficiente, vedi Latifi a muro e il tempo per sgombrare la vettura o Alonso e Ricciardo in corsia box con divieto di pit stop, cosa che ha penalizzato un incredibile Hamilton.
Anzi, proprio parlando di Mercedes, con Russell quinto senza infamia e senza lode, la corsa di Lewis è stata incredibile: da 16 a 6 fino a quando la corsia box non è stata chiusa per il recupero di due macchine (operazione che a Monza o Imola avviene in pochi secondi invece che giri) e addio prestazione. Il resto della truppa, a partire da Sainz che pure terzo non ha brillato nel confronto, o Perez che dalla pole aveva condotto per la prima parte di gara salvo sparire poi dietro a Sainz, poco da dire. A parte il duello fratricida fra Alonso e Ocon, col francese sesto e lo spagnolo ritirato. Sarebbe il caso far presente ai due che non è buttandosi contro il muro o duellando come se non ci fosse un domani che le cose migliorano. Ma in mancanza d'altro, si vede che a loro va bene così. Intanto applausi per Verstappen e Leclerc, i veri mattatori di un GP assurdo, con una vigilia di paura e di terrore per i missili caduti vicino al circuito e con una gara soporifera. Tranne gli ultimi incredibili giri.