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Chi sono i promossi e i bocciati di Yas Marina? Scopriamolo insieme, scorrendo le pagelle del Gran Premio di Abu Dhabi 2023 di Formula 1.
Vorrai mica lasciare agli altri un contentino almeno all’ultima gara… figurarsi: Verstappen domina anche l’ultimo week end di campionato, giusto la fatica di rintuzzare gli attacchi di Leclerc durante il primo giro per poi involarsi verso la bandiera a scacchi. In effetti della sua gara non c’è molto da dire, se non ammirare ancora una volta la sua cieca determinazione e velocità assoluta: voto 10, insaziabile.
Voto 10 però anche a Leclerc, che compie un mezzo miracolo in qualifica e si ripete anche in gara, conquistando e mantenendo il 2° posto con una Ferrari che probabilmente ad Abu Dhabi non valeva la Mercedes e nemmeno la McLaren. Impeccabile dal primo all’ultimo metro giro cronometrato, il monegasco chiude l’anno ricordando a tutti che meriterebbe una monoposto vincente.
Chiude sul podio Russell, dopo un week end di gara assolutamente positivo, al termine di un campionato dove forse è uscito un po’ ridimensionato: però in Arabia il giovane talento inglese è stato l’uomo di punta in Mercedes, capace di martellare sul ritmo in gara dopo una qualifica buona ma non eccezionale. Voto 8 per la capacità di ripresa.
Ancora una volta invece fuori dal podio Perez, complice l’ennesima qualifica infelice (9° a +7 decimi abbondanti rispetto al compagno di squadra in pole) e una rimonta efficace ma tribolata, con tanto di penalità sulla quale chi scrive ha più di qualche dubbio a dire il vero. Però è sempre il solito discorso: se parti dietro, è più facile che qualcosa vada storto… Voto 5 perché il podio era l’obiettivo minimo e ancora una volta l’ha mancato.
Voto 7,5 a Norris, che si conferma una volta di più animale da gara dopo una qualifica bella ma che poteva essere anche migliore: una volta spenti i semafori però l’inglese impiega poco a sbarazzarsi del compagno di squadra e solo verso la fine deve cedere al rimontante Perez. Avrebbe meritato anche lui il podio.
“Solo” 6° Piastri, dopo una qualifica eccellente (3°), ma anche stavolta sul passo gara l’australiano deve cedere gradualmente terreno. La sua difesa ripetuta su Russell però è da antologia, alla faccia che con il DRS sorpassare è facile: voto 7,5 anche a lui per la grinta, il resto è solo questione di maturazione.
Ultima gara dell’anno così così per Alonso, che termina 7°, come era partito, senza mai dare l’impressione di avere i mezzi per fare la differenza: in radio lamenta una scarsa velocità sui rettilinei e questo non aiuta, ma del resto non si può nemmeno pretendere da lui un miracolo ad ogni gara. Voto 7, concreto e pragmatico.
Voto 9 a sorpresa a Tsunoda, perché alla fine dell’anno siamo un po’ più generosi e perché onestamente con una Alpha Tauri cosa si poteva chiedergli di più? Il giapponese finisce 8° dopo essere partito addirittura 6°. Ecco forse l’unica cosa da chiedergli sarebbe perché non riesce a dare continuità ad una velocità che certamente non gli manca.
Ingloriosamente 9° Hamilton, dopo essere rimasto fuori dal Q3 e avere dovuto anticipare il 2° pit stop per un pezzo di alettone rovinato in un contatto. Come per Perez (e Sainz, ci arriveremo), il peccato originale sta nella qualifica inspiegabilmente sottotono. Un brutto finale per una stagione comunque positiva per l’inglese. Voto 5, manca il lieto fine.
A punti ancora una volta Stroll: “solo” 10°, però il canadese fa una buona gara, fatte le debite proporzioni con Alonso e contando che non è Alonso. Voto 6,5, finisce discretamente bene l’anno agonisticamente più sofferto della sua carriera.
Fuori dai punti, voto 4 a Sainz: “non siamo perfetti” è un bel eufemismo per cercare di giustificare l’essere rimasto impantanato in Q1. Poi certo il traffico, il problema all’ala anteriore che ha ritardato l’uscita dai box, le zanzare, la digestione andata storia… suvvia se il tuo compagno parte 2° non puoi non passare il Q1. Anche perché in gara non è che lo spagnolo abbia rimontato come una furia, per non parlare della strategia del pit stop unico che si è rivelata una chimera, segno forse di una lucidità non eccezionale nel suo box. Insomma, un disastro insolito per lo spagnolo, peccato.
E voto 5 a Ricciardo: al rientro in gara è apparso subito più consistente rispetto al periodo in McLaren (del resto ci voleva poco), però ad Abu Dhabi le ha prese di brutto da Tsunoda, anche se l’australiano in gara è arrivato comunque quasi in zona punti (11°), ma con “quasi in zona punti” è difficile tornare nel giro dei team di vertice.