Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
ABU DHABI – Non è stata una corsa, è stata la corsa che è valsa una stagione. Quella più difficile per Hamilton e Rosberg, quella più stressante per chi nei box o a casa davanti alla TV cercava di capire cosa stesse succedendo. Poi, al traguardo, a mente fredda, si è capito tutta la tensione che per 55 giri ha percorso questa gara che come tensione agonistica è valsa una intera stagione. Nico Rosberg è il nuovo campione del mondo, un campione fatto di normalità, educazione, cultura e onestà. In tutti questi anni la sua forza è stata quella di non arrendersi, risalire dopo le sconfitte, imparare da chi aveva a fianco, da Michael Schumacher allo stesso Lewis Hamilton.
Gli è bastato un secondo posto alle spalle del compagno di squadra, ma non è stata una passeggiata. In mezzo ci si è messo l’istinto bastardo ed egoistico e una visione di gara da perfetto padrone della pista. Invece che andarsene con un ritmo elevato, Hamilton ha giocato una partita a scacchi. Sarebbe diventato campione del mondo se Rosberg fosse arrivato quarto. Come fare? Semplice, rallentare il ritmo, far avvicinare gli altri e così è stato. Con Ricciardo prima in bagarre con Raikkonen, poi un Verstappen in grande rimonta da ultimo a terzo dopo il testacoda iniziale, poi con un arrembante Vettel, la cui strategia della Ferrari aveva portato prima in testa alla corsa e poi alla grande rimonta.
E così, col box Mercedes che avvisava Hamilton di non rallentare perché i rivali potevano vincere la corsa (unica priorità della squadra tedesca) Lewis se ne è fregato. In rettilineo spingeva, poi in curva mollava di colpo. E qui si è giocata la corsa. Dopo che Verstappen è rientrato ai box per il pit stop e Rosberg aveva pista libera, la squadra gli ha chiesto di spingere: tre giri bastavano, Nico ne ha fatti cinque e quando si è tornati in gioco a parità di gomme, Verstappen era dietro, ma non prima di un sorpasso da manuale, pieno di rischi e tensione nel quale Rosberg si è giocato la faccia e il mondiale. Ha avuto ragione di Verstappen, ha avuto ragione di Hamilton, è stato il migliore di tutta la stagione e quindi ha meritato il titolo mondiale.
E ora, nella storia della F.1, dopo Damon Hill mondiale dopo il padre Graham, anche Nico Rosberg mondiale dopo il padre Keke, 34 anni dopo. E questa è storia. Da domani si ricomincia, ma stavolta col sorriso sulle labbra per la vittoria di un uomo normale, uno onesto, umile, capace che non si abbatte. Alla faccia dei migliori di sempre dei talentuosi e di quelli nati con le stigmate del campione
Hamilton, per contro, si è guardato attorno stranito, non accetta di perdere e se succede si chiede come mai, altri che sono inferiori, ci siano riusciti “stavo perdendo un mondiale, potevo anche perdere una gara” ha detto. Ha giocato al limite, ha rischiato giocando al professore che lancia l’amo ma Rosberg non ha abboccato. E ha perso. “La tattica di Hamilton e il sorpasso che Rosberg ha fatto a Verstappen hanno valorizzato il titolo mondiale di Nico, ha battuto tutti in pista prendendosi i rischi e ha battuto Hamilton che ha giocato le carte nel modo migliore” ha detto Jacques Villeneuve. E ora, nella storia della F.1, dopo Damon Hill mondiale dopo il padre Graham, anche Nico Rosberg mondiale dopo il padre Keke, 34 anni dopo. E questa è storia. Da domani si ricomincia, ma stavolta col sorriso sulle labbra per la vittoria di un uomo normale, uno onesto, umile, capace che non si abbatte. Alla faccia dei migliori di sempre dei talentuosi e di quelli nati con le stigmate del campione.