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ABU DHABI - I tempi sul giro non mentono: contro la Mercedes non solo non c’è nulla da fare ma contro i suoi piloti c’è poco da dire. Sfruttano al massimo il mezzo a disposizione, hanno giocato tutto l’anno a rimpiattino e ora si decide l’ultimo atto di un mondiale che li ha visti unici protagonisti indiscussi di una stagione dove Hamilton in pole e Rosberg al fianco hanno fatto quello che hanno voluto. Gli altri? Comprimari, di lusso come Verstappen e Ricciardo, gli unici capaci di vincere con la Red Bull, deludenti come la Ferrari e i suoi piloti, con un Vettel in piena crisi esistenziale, di un pilota 4 volte campione del mondo che via radio inveisce contro il mondo intero e poi le prende regolarmente dal compagno Raikkonen, uno che ha già un piede in pensione e si diverte sfruttando al meglio quello che ha. Al contrario di Vettel, e infatti il quarto e quinto posto la dicono lunga sullo stato attuale delle cose.
E allora, Abu Dhabi ultimo atto di un mondiale a due: l’alieno Hamilton da un parte, l’umano Rosberg dall’altro. Uno in pole nella gara decisiva della stagione, l’altro al suo fianco. Chi vincerà? La logica delle cose direbbe Rosberg ma la pratica spesso va per conto suo e il battuto diventa battente. Proprio qui sei anni fa la Ferrari pagò una delusione enorme. Fra Webber Alonso e Vettel vinse quest’ultimo nonostante il vantaggio di punti del pilota della Ferrari. E per rimanere a due anni fa, quando Hamilton vinse il primo mondiale con la Mercedes, fu Rosberg a ingoiare amaro con un motore che perse colpi e gli fece perdere l’occasione. Ora, due anni dopo, ci riprova. Partendo da un più 12 punti che potrebbero non bastare.
È un duello in cui Hamilton ha dimostrato di avere qualità innate e Rosberg di essere in grado di sfidarlo. Uno il predestinato, grazie al talento e possessore di tre titoli mondiali, l’altro il pilota che si è costruito e migliorato e che di mondiali in casa ha solo quello del padre Keke, vincitore nel 1982 con la Williams. Comunque vada, sarà una sfida ad altissimo livello. Ma nella mente di Nico c’è un tarlo che lo agita, e che nelle ultime gare gli ha fatto adottare la politica del braccino, sempre al risparmio nei confronti di Lewis che non ha nulla da perdere. Si giocherà in partenza, Rosberg sa che con 12 punti di vantaggio può arrivare anche terzo ed essere campione del mondo. Ma come lo vede il mondo della F.1 questo duello? “Hanno entrambi il 50 per cento di probabilità di vincerlo, non c’è un favorito e io non ho preferenze” dice Alonso che su questa pista di mondiali ne ha perso uno all’ultima tappa: “Sono stati semplicemente eccezionali entrambi – dice Niki Lauda – hanno corso ad altissimo livello, quello che volevamo da loro. Hanno 9 vittorie a testa, sono stati equivalenti e quindi che vinca il migliore”.
È un duello in cui Hamilton ha dimostrato di avere qualità innate e Rosberg di essere in grado di sfidarlo. Uno il predestinato, grazie al talento e possessore di tre titoli mondiali, l’altro il pilota che si è costruito e migliorato e che di mondiali in casa ha solo quello del padre Keke, vincitore nel 1982 con la Williams. Comunque vada, sarà una sfida ad altissimo livello
Secondo alcuni Mercedes sarebbe più felice se vincesse Rosberg, ma è davvero così? “Non diciamo fesserie – dice Flavio Briatore ex manager F.1 - la Mercedes è un marchio globale a livello mondiale, che vinca uno o l’altro non cambia la loro politica. E poi Rosberg è tutto tranne che tedesco, è italiano quando va sul podio a Monza, è inglese quando parla in TV, parla poi spagnolo, finlandese, è un cosmopolita che difficilmente si associa a un tedesco”. E poi, in fondo, chiunque vinca dei due ai tifosi della Ferrari importerà gran poco, perché da domenica sera parte un altro mondiale, fatto di macchine nuove, di sfide da cogliere, da occasioni da sfruttare col nervosismo e la paura di presentarsi all’esame del nuovo campionato come quello studente che sa di non essere preparato ma spera sempre nella domanda giusta del professore per sfangarla. Ecco, il clima alla Ferrari in questo momento è molto simile. Hanno fatto i compiti ma sanno di non averli svolti al meglio e sperano nella clemenza del professore. A loro di Hamilton e Rosberg interessa davvero molto poco, hanno altro cui pensare. E tremare…