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Al di là delle conseguenze, della fatalità o quello che volete voi sull’incidente di Jules Bianchi, ci sono delle considerazioni da fare sulla dinamica e su cosa fare per il futuro. L’impatto contro un ostacolo fisso è quanto di più deleterio ci sia, in tutte le categorie, non solo F.1, per cui da anni la FIA ha obbligato i circuiti ad adeguarsi per migliorare le via di fuga, le barriere e le protezioni a bordo pista. In alcuni casi ci si riesce al meglio, in altri come Montecarlo o Singapore ci accettano compromessi.
Come vanno rimosse le monoposto ferme?
A Suzuka la pista ha delle ampie vie di fuga, protezioni adeguate e nel corso degli anni sono migliorati tutti gli standard. Detto questo, la dinamica dell’incidente di Bianchi apre un interrogativo sul sistema di rimozione delle monoposto ferme in pista per guasto o dopo incidente. A Montecarlo usano delle gru per togliere le auto bloccate, a Monza in alcuni tratti ci sono gru e in altri trattorini, identici a quelli usati in Giappone. Quindi il tipo di sistema di rimozione varia a seconda delle caratteristiche del tracciato e degli spazi disponibili.
Per intervenire rapidamente i commissari fanno delle prove durante le giornate precedenti la gara, la FIA valuta e interviene dove e come è il caso. A Suzuka il trattore stava sgombrando una vettura, in un punto pericoloso, secondo una prassi consolidata da anni, quindi i commissari nipponici non hanno fatto nulla di sbagliato. Lo dimostra la segnalazione con doppia bandiera gialla agitata.
A Suzuka ha funzionato tutto perfettamente
Per i piloti le bandiere sono come ordini tassativi. Quando viene esposta la bandiera gialla fissa vuol dire che nel tratto di pista seguente c’è una situazione di pericolo, il pilota comincia a rallentare (di poco ma deve farlo), quando la bandiera gialla è agitata vuol dire che siamo in prossimità della situazione di pericolo, quindi urge tenere sotto controllo il mezzo, quando le bandiere gialle sono due agitate il pilota deve essere pronto a fermarsi prima del punto di pericolo, quindi si deve mollare il gas assolutamente.
Passato il punto di pericolo i commissari usano la bandiera verde, cosa che hanno fatto regolarmente in Giappone e stupisce che il commento tecnico di Sky Sport non lo abbia compreso alimentando polemiche inutili sulle segnalazioni. Fatto sta che la procedura di avviso ai piloti di una situazione di pericolo, in Giappone, ha funzionato perfettamente. A questo punto il direttore di gara, Charlie Whiting, chiede via radio come sia la situazione: se la pista viene sgombrata presto, bastano le segnalazioni sul luogo, se occorre più tempo si decide per la safety car…
“Che si possa migliorare non c’è dubbio, che questa volta ci sia sfortuna e anche un errore è palese, la speranza è che le conseguenze non siano irreparabili”
Perché Bianchi ha perso il controllo?
A questo punto, con le operazioni di sgombro in corso, Bianchi ha perso il controllo della sua Marussia e si è schiantato contro il trattore. Perché abbia perso il controllo, al momento non lo sappiamo. Può essere improvviso aquaplaning sulla falsariga di quanto accaduto a Sutil, la cui Sauber era ferma sul posto. La differenza sta nel fatto che Sutil era in gara e quindi andava al limite, Bianchi non doveva essere al limite perché c’erano le bandiere gialle esposte. Quindi se non è errore del pilota, può essere un problema tecnico, ma lo dirà la telemetria. In ogni caso la procedura di segnalazione, i tempi di sgombro e contatti con la direzione gara sono stati rispettati in pieno.
Qualcuno chiede che in caso di uscita di pista la corsa venga neutralizzata subito, a Suzuka non c’è stato il tempo materiale per farlo. Anche se fosse intervenuta subito la safety car, Bianchi sarebbe arrivato sul luogo del primo incidente vedendo le bandiere gialle agitate allo stesso modo, solo un giro dopo avrebbe potuto accodarsi alla vettura di servizio e quindi torniamo al punto di partenza. Che si possa migliorare non c’è dubbio, che questa volta ci sia sfortuna e anche un errore è palese, la speranza è che le conseguenze non siano irreparabili.