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Quali saranno i due piloti di Alpha Tauri per la stagione 2024 di Formula 1? È ancora presto per saperlo, ma le recenti parole di Helmut Marko riguardo a Nyck De Vries hanno inevitabilmente puntato i riflettori sull’olandese, finora in forte diffcoltà. A domanda sulla posizione di De Vries in occasione di un incontro con la stampa cui ha partecipato anche Automoto.it, il team principal di Alpha Tauri, Franz Tost, ha risposto così: “In F1 ogni pilota sente la pressione. Vedremo come si comporterà qui e a Silverstone, piste che conosce molto bene”.
“Non dobbiamo dimenticarci che i rookie ad oggi sono in una posizione complicata – osserva Tost, che nei suoi 16 anni a Faenza di giovani di belle speranze ne ha gestiti parecchi -. Se si guarda alla prima parte della stagione, la maggior parte delle gare sono state disputate su piste che non conoscevano. Baku rappresentava l’eccezione, ma il format della Sprint ha inevitabilmente complicato le cose. Certo, possono lavorare al simulatore, ma la pista è un’altra cosa. Sono processi che vanno imparati, per questo sono convinto che a un pilota servano almeno tre anni per capire davvero come funzionano le cose in F1”.
Viste le parole di Marko, riesce difficile pensare che De Vries possa avere a disposizione così tanto tempo, anzi. Non stupisce, quindi, che Tost si auguri che mostri presto una crescita. “Spero che migliori la sua performance nelle piste che conosce, come il Red Bull Ring e le altre in cui correremo nelle prossime settimane”, osserva. Ma cosa manca davvero a De Vries oggi? “Non c’è una grande lacuna, o un grosso errore. Sono piccole cose, legate all’inesperienza. Se perdi un pizzico di tempo in ogni zona della pista il risultato è quello che vediamo”.
“I rookie hanno bisogno di tempo. Se non glielo si dà, è finita”. Ma il futuro di De Vries, secondo Tost, è nelle sue mani. “Spetta a Nyck, non a noi. Se dovesse avere buone prestazioni, perché mai dovremmo cambiarlo?”. E Tost, pur riconoscendo la difficoltà di adattamento di un rookie, spiega: “Anche io sono sotto pressione, siamo ultimi nel campionato costruttori. Dovrei arrendermi, ma continuo a lottare e a sperare”.
“La nostra linea guida è molto chiara – puntualizza - è la performance che decide le cose. La filosofia del nostro team è quella di educare i giovani piloti, ma se non sono ancora al livello giusto. Alcuni dei nostri giovani, come Iwasa, stanno facendo un buon lavoro. Ma serve loro tempo. Al momento però non è stato ancora discusso nulla. Dobbiamo capire prima di tutto che piloti sono disponibili, e poi chi è abbastanza maturo e pronto per correre in F1”.
Oltre ai piloti della “cantera” della Red Bull, negli ultimi giorni si è ventilata l’ipotesi che Daniel Ricciardo possa tornare nel team che per primo gli ha dato la possibilità di far vedere le sue qualità. A queste illazioni ha risposto direttamente il team principal della Red Bull, Chris Horner, in conferenza stampa in Austria. “Ricciardo è un pilota di grande classe, ha vinto sette GP. Dipende da qual è la sua motivazione, il resto sono affari di Alpha Tauri”. “Quando è tornato in Red Bull – rivela - è stato uno shock, non riconoscevamo il pilota che era”. Il test delle gomme Pirelli cui parteciperà a breve ci darà la misura, ma dal simulatore sembra che sia di nuovo scattata quella verve che aveva perso”.