F1: Ferrari, siamo di fronte ad una nuova spy story?

F1: Ferrari, siamo di fronte ad una nuova spy story?
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Si parla di una nuova spy story che vedrebbe come parte lesa la Ferrari. Ma qualcosa non torna. Il commento del nostro inviato F1, Paolo Ciccarone
22 luglio 2020

Meglio passare per vittime o per incapaci? A leggere certe storie su casi di presunto spionaggio, verifiche ed altro attorno alla Ferrari, il dubbio viene. E molto forte anche. Facendo un po' di passi indietro, nel 2019 la rossa aveva ritrovato competitività su certe piste dove contava la potenza. Vedi Belgio, Monza e Singapore, con una ripetizione di pole position esaltanti. A un certo punto si diffondono sospetti sul propulsore della Ferrari, tanto che poi le prestazioni velocistiche erano sparite. "Sono cose che succedono quando smetti di barare" fu l'accusa di Verstappen alla quale seguì il silenzio della Ferrari. Nello stesso tempo Mercedes e Red Bull chiesero alla FIA spiegazioni tecniche e i commissari della federazione cominciarono una inchiesta approfondita sul motore Ferrari, che si concluse lo scorso febbraio.

Il comunicato emesso fu al centro di polemiche, perché parlava di un accordo segreto fra la FIA e la Ferrari in merito allo sviluppo dei motori del futuro e all'individuazione delle aeree grigie sui propulsori. Il dato di fatto, evidente, erano le prestazioni della rossa in alcune gare del 2019, cui seguirono prestazioni in calo. Che non furono riscontrate irregolarità tali da far squalificare la Ferrari, fu la FIA a dirlo nel comunicato. Quindi non si può dire che la rossa ha corso con una macchina irregolare. Il passo indietro regolamentare ha costretto la Ferrari (ma anche Honda ad esempio) a rivedere alcuni passaggi, dovuti sia al doppio controllo del flussometro, sia a parametri stringenti come la riduzione della quantità di olio da poter usare come combustibile, limitato a 300 grammi.

Secondo quanto scritto da organi di stampa, alla base di questa indagine e relativo chiarimento tecnico, ci sarebbe una spy story che ha danneggiato la Ferrari. Ovvero una fuga di notizie che avrebbe portato, secondo la testata, una fonte della FIA a confermare l'indiscrezione. Illazione pesante nei confronti di Ferrari e della stessa federazione, perché avere un commissario che parla con un giornalista (al telefono? a cena? a briscola?) di una testata prestigiosa, conosciuto per i rapporti personali di amicizia con alcuni coinvolti, è come accendere la miccia e aspettare il botto. Se qualcuno ha fatto spionaggio industriale, sarà una indagine interna della Ferrari a stabilirlo. Se invece qualcuno dei fuoriusciti ha parlato delle proprie esperienze lavorative (come spesso accade quando cambi squadra), la cosa è più che normale.

Come sarebbe normale venire a sapere il segreto di una squadra e copiarlo, invece che andare dal giudice a denunciarlo. Sapendo poi che il giudice non sarebbe intervenuto. Quindi qualcosa non torna. Lo spionaggio industriale presuppone che qualcun altro possa giovarsi dei segreti tecnici di una azienda. Ma qui nessuno dei rivali ha potuto farlo, segno che non è una spy story nel senso stretto del termine. Che qualcuno sappia qualcosa di più, è evidente. Lo sanno loro, lo sa la Ferrari e a questo punto anche il commissario della FIA che ama parlare con la stampa. Qualche anno fa, in verifica tecnica, si scoprì una cosa che fu riportata sulla stampa. L'addetto stampa della federazione fece fuoco e fiamme per scoprire chi era la talpa che in verifica aveva parlato. Visto che erano in 4, per non sbagliare li fecero fuori tutti e 4 destinandoli ad altro incarico, alcuni anche fuori dal circus. Siccome a Parigi non c'è la fila di tecnici in grado di dire certe cose, individuarlo è più semplice.

Lo spionaggio industriale presuppone che qualcun altro possa giovarsi dei segreti tecnici di una azienda. Ma qui nessuno dei rivali ha potuto farlo, segno che non è una spy story nel senso stretto del termine. Che qualcuno sappia qualcosa di più, è evidente

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E se c'è stato spionaggio industriale, la Ferrari deve agire come prevede la legge. Di sicuro dire che ci hanno spiato e quindi ci hanno limitato nelle prestazioni, mette sotto diversa luce lo staff tecnico della Ferrari. Se poi si va a fondo e si vede che il doppiaggio ungherese è avvenuto su una pista dove il motore conta meno (vedi McLaren e Renault davanti pur con un motore che è inferiore a quello Ferrari), si capisce come la pezza serva a coprire il fatto che ci siano stati gravi errori nella progettazione. E quindi consentire  ai vertici di poter dire: vede, noi la macchina vincente l'avevamo pensata, ma qualcuno ci ha tolto di mano tutto. Salvando così capra e cavoli. D'altronde, per amicizia si fa questo ed altro e sicuramente a Maranello saranno grati di aver avuto le indiscrezioni giuste su una fuga di notizie interne che è molto grave. E che andrebbe perseguita per legge.

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