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Fianchi stretti e sinuosi, come si conviene nella moda delle F.1 attuali, dove l'aerodinamica prevale sul resto. Ma anche colori diversi, con abbinamenti che occhieggiano al passato, come quell'amaranto che fa tanto origini della Ferrari, unite al classico rosso e a un verde brillante dello sponsor principale. Accostamento che lascia perplessi visto lo stile tradizionale della Ferrari nelle livree, ma col verde e il bianco unito al rosso si è voluto in qualche modo ricordare che la SF21, per quanto sia il frutto di un lavoro congiunto, è pur sempre un prodotto made in Italy che rappresenta sulle piste del mondiale il lavoro e la tecnologia tricolore.
Tralasciando gli appunti estetici, che sono soggettivi, il resto del lavoro svolto dallo staff di Mattia Binotto sarà presto in pista in Bahrain per la prima sessione di prove libere e lì si capirà se le modifiche apportate rispetto alla vecchia e disgraziata SF1000, siano state sufficienti per tornare almeno in zona alta della classifica. Il lavoro si è concentrato su modifiche al motore e al turbo nonché al cambio con una nuova geometria delle sospensioni posteriori, col tirante. In questa ottica si è ristretto anche il flusso nelle fiancate, in modo da avere una linea più filante.
Per i non addetti ai lavori, il problema della vecchia monoposto era che in rettilineo viaggiava con una forte resistenza all'avanzamento, un po' come andare in giro col paracadute aperto. Ad aggravare la situazione, la parte posteriore della vettura era instabile, tanto che i piloti faticavano a uscire di curva: o entravano più piano dei rivali oppure se arrivavano alla stessa velocità, in uscita sbandavano. Questo detto in maniera sempliciotta che farà venire i capelli bianchi ai tecnici ma che fa capire anche ai non esperti di F.1 le difficoltà della monoposto 2020.
"Quando abbiamo affrontato il progetto della SF21 - dice Enrico Cardile, direttore del telaio - ci siamo trovati da subito a scegliere su quale area della vettura concentrare la nostra attenzione per un cambiamento radicale. Abbiamo scelto la parte posteriore, realizzando un nuovo cambio e delle nuove sospensioni. Questo, in aggiunta al lavoro svolto insieme ai colleghi della power unit, ha permesso di ottenere un retrotreno molto più rastremato. Anche il sistema di raffreddamento è stato oggetto delle nostre attenzioni. Abbiamo aumentato l’autorità del radiatore centrale e disegnato una carrozzeria più “downwashing”. Per questo motivo, quando abbiamo cominciato lo sviluppo aerodinamico della vettura ci siamo dati due obiettivi: aumentare il carico aerodinamico perso con i regolamenti e ridurre la resistenza all'avanzamento".
Sulla scelta grafica, Mattia Binotto, responsabile della GES Sportiva, ha detto: "“Il posteriore richiama l’amaranto della primissima Ferrari, la 125 S, man mano che ci si avvicina all’abitacolo, però, sfuma nel rosso contemporaneo che ha contraddistinto le nostre annate più recenti. Questa per noi è la stagione delle tante sfide e attraverso la livrea ripartiamo visivamente dalla nostra storia ma, al tempo stesso, ci proiettiamo nel futuro”. Un futuro che scatta il prossimo 28 marzo in Bahrain col primo GP della stagione mentre i test partono dal 12 con una breve sessione di 100 km per la Ferrari come filming day riservato agli sponsor.