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La seconda giornata di test pre-stagionali 2024 della Formula 1 in Bahrain si è conclusa con la miglior prestazione di Carlos Sainz, sulla sua Ferrari SF-24. Ma come ormai sapete, più dei riferimenti sul giro secco in queste ore di prove in pista contano altri dettagli. E allora, andiamo a scoprire insieme cosa abbiamo imparato davvero dal Day 2 di Sakhir.
Vedere le immagini di una Ferrari che impatta contro un tombino sarà sembrato un déjà-vu per i tifosi della Rossa, dopo quanto successo a Carlos Sainz a Las Vegas qualche mese e due gare fa. L'incontro ravvicinato della SF-24 di Charles Leclerc con la copertura durante i test in Bahrain, per fortuna, ha avuto conseguenze decisamente meno significative. Il fondo della Ferrari SF-24 di Leclerc si è danneggiato abbastanza da richiedere una sostituzione del componente, perfezionata con grande velocità dai tecnici della Rossa. Il telaio, però, è rimasto intatto. A questo punto della stagione, in cui c'è una certa ristrettezza di componenti, un telaio ko avrebbe potuto costituire un problema rilevante, soprattutto con due gare consecutive nelle prossime due settimane. Poteva andare molto peggio, insomma. Anche se di fronte a un nuovo episodio negativo legato ai tombini, ci viene da pensare che urgono cambiamenti negli standard di idoneità che devono rispettare gli organizzatori delle singole gare.
Dopo lo sfortunato episodio del tombino in mattinata, la Ferrari conclude la seconda giornata di test con una certezza: la guidabilità della SF-24 rappresenta un miglioramento rispetto alla monoposto che l’ha preceduta. Avere a che fare con una scheggia impazzita come la SF-23, ha spiegato Leclerc, implicava non sapere quale sarebbe stato il comportamento della vettura a seconda delle condizioni esterne. Anche il minimo cambiamento causava bizze che non facilitavano certamente la vita ai piloti. Così non è con la SF-24, che è molto più prevedibile.
Ma c’è anche un’altra buona notizia. Il fatto che la SF-24 sia un passo in avanti in termini di guidabilità dovrebbe anche andare a tutto vantaggio della gestione delle gomme in pista. Più che i tempi baldanzosi sul giro secco fatti segnare da Carlos Sainz nel pomeriggio – dopotutto è in cerca di collocazione, ci sta che si voglia far vedere – è questo il punto chiave. A cui si aggiunge anche una buona correlazione delle simulazioni con la pista. Di sorprese negative, insomma, non ce ne sono state. E già questa è un’ottima notizia, a cui si aggiungono long run convincenti da parte di Sainz nel pomeriggio, in condizioni che si avvicinano a quelle della gara.
È talmente strano vedere una Red Bull in preda a problemi di affidabilità che qualcuno, osservando Sergio Perez procedere molto lentamente nel pomeriggio, ha pensato che si trattasse solo di un giro molto lento prima di lanciarsi. In realtà, la RB20 ha avuto un singhiozzo. Perez è stato costretto a sfruttare l’inerzia della discesa verso i box per rientrare in pitlane. Si pensava che potesse trattarsi di un problema alla trasmissione, ma in realtà si trattava di un inconveniente elettronico, risolto nell’arco di meno di dieci minuti.
Nonostante questo problema, Perez è riuscito a inanellare oltre 100 giri in una giornata in cui ha avuto la RB20 tutta per sé. Solo il tempo ci dirà se la nuova nata della scuderia di Milton Keynes sarà meno difficile da interpretare per Perez rispetto alla RB19. Per quello che abbiamo visto oggi, la vettura ha un comportamento prevedibile a prescindere dal pilota che la guida. E questo è un ottimo segno. Non lo sono invece i problemi per la McLaren di Lando Norris, che verso la fine del pomeriggio è stato costretto a rientrare ai box per un sospetto problema alla pompa di carburante.
A proposito di McLaren, la situazione alle spalle della Red Bull sembra molto equilibrata, almeno per quanto si può evincere al momento. In casa Mercedes, in mattinata la W15 ha fatto i capricci in curva. Sottosterzante all’ingresso del cambio di direzione, mostrava poi la reazione opposta, con parecchio sovrasterzo in uscita. Questo è il motivo per cui Hamilton ha ripetutamente faticato in curva 4. Russell, però, si è espresso favorevolmente sul comportamento nei cambi di direzione. È probabile che ci sia ancora qualcosa da affinare, anche se il passo gara mostrato da Hamilton nel pomeriggio non è male.
Dal modo in cui si comporta in pista, sembra che l’Aston Martin AMR24 sia una vettura docile, malleabile nelle mani dei piloti. Era questo uno dei punti forti della AMR23 nella parte iniziale della scorsa stagione, prima che gli aggiornamenti portassero il team fuori strada. È un segnale incoraggiante, così come lo sono i dati riguardo alla velocità sul dritto. In McLaren, invece, Norris è apparso poco soddisfatto della guidabilità della monoposto, ma nel complesso sembra che la MCL38 abbia una certa solidità in termini di competitività. Non è lo stesso per quanto riguarda l’affidabilità, almeno per quanto riguarda la giornata di oggi.
C'è un oggetto misterioso in pista, l'Alpine A524. La monoposto di Pierre Gasly ed Esteban Ocon, nuova al 95% secondo quanto ha spiegato alla presentazione il direttore tecnico Matt Harman, non sta per nulla entusiasmando. Vedendone il comportamento in pista, sembra che la A524 manchi di grip rispetto alle concorrenti che hanno impressionato più favorevolmente. Sia Gasly che Ocon faticano evidentemente a gestire la vettura, che almeno per il momento non pare un salto in avanti rispetto alla vettura che l'ha preceduta. Che siano difficoltà di gioventù o qualcosa in più, non è facile comprenderlo. Ma la AMR23 dello scorso anno, nuova come lo è la A524, mostrò subito qualcosa di speciale. Che abbiano preso la strada sbagliata? A proposito di dubbi, non ce ne sono riguardo alle difficoltà della Haas. Ma quanto sia davvero rimasta indietro la VF-24 non è semplice capirlo, oggi. L'ultima giornata di test domani ci aiuterà a chiarire questi interrogativi.