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I crono, nei test pre-stagionali della Formula 1, lasciano il tempo che trovano. Ed è per questo che, per analizzare il secondo giorno dei collaudi in Bahrain, andremo oltre la classifica dei tempi più veloci, alla scoperta di quello che abbiamo imparato oggi.
Che la Aston Martin potesse fare un balzo in avanti rispetto allo scorso anno era preventivabile, visto che la filosofia scelta dal team di Silverstone si è rivelata controproducente. Ma che dal progetto meno azzeccato dello scorso anno si arrivasse a quello che si intuisce nei test non era per nulla scontato. Al netto della fiammata sul giro secco, Alonso in pista è parso sicuro di sé e della possibilità di portare al limite la vettura senza che si scomponesse. La coppia composta dalla AMR-23 e da Fernando sembra molto interessante. Quanto, lo scopriremo solo a tempo debito.
Ci scoccia dirvi che ve l’avevamo detto, ma… ve l’avevamo detto. La Ferrari SF-23 rispetto alla giornata di ieri è apparsa decisamente meno bizzosa, segnale del fatto che effettivamente la Rossa ieri stesse portandosi volontariamente al limite in termini di altezza da terra per capire fin dove spingersi senza che la monoposto si produca nei “capricci” che abbiamo visto ieri. Visivamente oggi la SF-23 appare più docile, ma la sensazione è che ci sia ancora un po’ di lavoro da portare a casa a livello di bilanciamento per esprimere il massimo potenziale. Soprattutto a livello di passo gara - e di conseguenza, di gestione delle gomme - che era il punto debole della F1-75, su cui si basa la SF-23.
Se la fine dei capricci della SF-23 è la buona notizia per i tifosi della Ferrari, la cattiva è che la Red Bull RB19 non sembra aver bisogno di tutto questo lavoro di fino. Al di là della classifica dei tempi – che comunque ha visto per buona parte del pomeriggio Max Verstappen saldamente al top – la monoposto della scuderia di Milton Keynes sembra andare sui binari sin dal primo momento in cui è apparsa in pista. È il vantaggio che scaturisce dall’aver dato vita a un progetto dominante al primo anno di un nuovo regolamento tecnico. La RB19, in tutta franchezza, sembra già pronta per il GP di domenica. Resta da capire quale sia il margine di miglioramento della concorrenza.
In casa Mercedes si segnala il problema tecnico che ha causato una bandiera rossa. La W14 di George Russell, dopo aver segnalato un problema idraulico attraverso il display del volante in curva 8, è rimasta bloccata in quarta marcia quando l’inglese ha cercato di scalare, e si è poi ammutolita in curva 10. L’aspetto più curioso della disavventura del povero Russell è la perizia con cui un uomo Mercedes ha coperto la W14 con un telo nero, per proteggerla da occhi indiscreti.
Il fanalino di coda dello schieramento degli ultimi anni, la Williams, sta mostrando segnali incoraggianti. Non parliamo dei tempi sul giro di Logan Sargeant, rookie che oggi ha disputato l’intera giornata di collaudi. Ma, innanzitutto, dell’elevato numero di giri messo a segno, oltre 130. E in seconda battuta la FW45 sembra una vettura più efficace di una monoposto piazzata sempre nelle ultime posizioni, descrizione che calzava a pennello le macchine che l'hanno preceduta. La Williams, però, ad oggi non ha né un direttore tecnico, né tantomeno un responsabile dell’aerodinamica. E questo è un grosso problema per il futuro.