F1: Ferrari, ecco perché la richiesta di ricorso per la penalità di Sainz in Australia è stata respinta

F1: Ferrari, ecco perché la richiesta di ricorso per la penalità di Sainz in Australia è stata respinta
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La FIA ha respinto la richiesta di revisione della penalità comminata a Carlos Sainz nel Gran Premio d'Australia 2023 di Formula 1. Ecco perché
18 aprile 2023

La FIA ha respinto la richiesta di revisione della penalità comminata a Carlos Sainz in Australia. Il pilota della Ferrari nel GP di Melbourne di Formula 1 era stato sanzionato di cinque secondi per aver impattato contro l'Aston Martin di Fernando Alonso alla seconda ripartenza, facendo finire in testacoda lo spagnolo. La Rossa aveva richiesto la revisione della penalità perché aveva a disposizione nuove prove a supporto dell'innocenza dello spagnolo. Leggendo il documento, si trattava della telemetria, che però non è stata giudicata dai commissari come una prova a favore di Sainz, bensì un'indicazione della sua colpevolezza.

Le condizioni della pista, indicate come attenuanti da parte della Ferrari, non sono state prese in considerazione perché valevano non solo per Sainz, ma per il resto dei piloti. La Ferrari, inoltre, ha allegato anche una lettera di Sainz, giudicata irrilevante, perché "se avessimo voluto avere la sua testimonianza, l'avremmo convocato". Il fatto di avere il sole in faccia durante la ripartenza, menzionatoi da Sainz nella sua testimonianza, è stato giudicato irrilevante, perché, come per quanto riguarda le condizioni del tracciato, inficiava anche sugli altri piloti. Così come irrilevanti sono anche le dichiarazioni di altri piloti, a cominciare dallo stesso Alonso. Sainz rimane così fuori dai punti. 

Carlos Sainz ha concluso il GP d'Australia in dodicesima posizione
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La Ferrari, insomma, non aveva prove che davvero fossero in grado di sovvertire il giudizio dei commissari a Melbourne. Anzi, la documentazione fornita non ha fatto altro che corroborare quelle che erano le accuse mosse allo spagnolo. Quello della Rossa non è il primo ricorso senza vere fondamenta. Basti pensare a quello presentato dalla Red Bull per i fatti di Silverstone 2021. Per chi non se lo ricordasse, Alex Albon scese in pista con la RB15 per ricreare la traiettoria impostata da Lewis Hamilton, per giunta con le gomme test Pirelli, diverse da quelle utilizzate in gara. Non si trattava, in buona sostanza, di una prova, bensì di una ricostruzione.

Un altro caso eclatante fu la richiesta di revisione da parte della Ferrari della penalità di cinque secondi comminata a Sebastian Vettel nel Gran Premio del Canada 2016 di Formula 1. In quell'occasione fu portata come prova l'analisi dell'incidente condotta dall'ex pilota di F1, Karun Chandhok, alla TV inglese. Anche in questo caso, un nulla di fatto. Se da un lato è apprezzabile il tentativo di annullare una penalità assai pesante per Sainz, dall'altro appare inutile farlo nel caso in cui le prove addotte sono una telemetria che in realtà pone in cattiva luce la condotta di Sainz e dichiarazioni varie. Affinché il diritto di revisione venga applicato, servono delle vere prove a sostegno della tesi, non disponibili nel momento in cui i commissari hanno preso la decisione. E in questo caso, sfortunatamente per la Ferrari, non ve n'erano.

La richiesta di revisione della penalità comminata a Sainz in Australia è stata rigettata
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