F1. Ferrari, Red Bull, McLaren, Mercedes: ecco in cosa devono migliorare i top team per la stagione 2025

F1. Ferrari, Red Bull, McLaren, Mercedes: ecco in cosa devono migliorare i top team per la stagione 2025
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Quali sono i margini di miglioramento di McLaren, Ferrari, Red Bull e Mercedes in vista della stagione 2025 di Formula 1? Eccoli, scuderia per scuderia
4 febbraio 2025

La stagione 2025 di Formula 1 ha tutti gli ingredienti necessari per essere avvincente. Al netto del cambio di casacca di Lewis Hamilton, passato dalla Mercedes alla Ferrari, e del debutto di Kimi Antonelli al suo posto nella scuderia di Brackley, l’ultimo anno dell’attuale regolamento tecnico vedrà un’ulteriore intensificazione della convergenza tecnica tra i team, a tutto vantaggio dello spettacolo. Ma su cosa devono lavorare le quattro scuderie di vertice per alzare l’asticella? Scopriamolo insieme. 

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McLaren

Vincitrice del mondiale Costruttori nel 2024 dopo un digiuno durato oltre due decenni, la McLaren dal punto di vista tecnico lo scorso anno ha potuto contare sulla monoposto più costante del lotto. Un pregio, questo, assai rilevante nel contesto di uno schieramento serratissimo, in cui anche un rivolo d’aria sporca poteva fare la differenza. Ma per poter mantenere questo vantaggio nel 2025, la McLaren non può ovviamente sedersi sugli allori. La prima vera nata della gestione targata Rob Marshall dovrà alzare l’asticella, così come dovrà succedere anche sul fronte della cura delle operazioni in pista.

La gestione dei piloti lo scorso anno ha evidenziato una certa acerbità, forse inevitabile da parte di una squadra che da tempo non si trovava nella condizione di poter lottare per entrambi i mondiali. L’insistenza del team principal, Andrea Stella, nel non voler parlare di gerarchie interne e di un primo e un secondo pilota, per quanto apprezzabile dal punto di vista etico, apre però a potenziali problematiche. L’impressione avuta lo scorso anno è che non si volesse scontentare Piastri, forse anche perché il suo potenziale viene considerato maggiore rispetto a quello di Norris.

La volontà di mantenere sullo stesso piano i due talenti di casa McLaren ha portato a qualche episodio di frizione evitabile, come in Ungheria. Massimizzare il risultato attraverso una gestione efficiente dei piloti potrebbe risultare cruciale se le avversarie della scuderia di Woking fossero particolarmente agguerrite. Dal canto loro, anche gli stessi piloti hanno margini di miglioramento. Piastri a nostro avviso ha delle potenzialità da talento generazionale, ma deve assolutamente mettersi alle spalle la tendenza a pasticciare mostrata nell’ultima parte della stagione. Quanto a Norris, non ci permetteremmo mai di sfruttare la sua salute mentale come arma da usare contro di lui, alla Dottor Marko. Ci limitiamo a sottolineare che deve essere il primo a credere nelle sue capacità, perché ha tutto quello che gli serve per vincere il mondiale. 

Red Bull

Dopo un 2024 molto difficile, la Red Bull riuscirà a risalire la china? Anche se escludere dai giochi un team con il palmares recente della scuderia di Milton Keynes sarebbe un’ingenuità, non sarà semplice recuperare terreno, e non solo perché gli altri non staranno a guardare. Frutto di un concetto ardito, la Red Bull RB20 si è dimostrata incostante, soprattutto su piste con un ampio ventaglio di curve con velocità di percorrenza differenti. Layout di questo tipo esponevano in maniera impietosa evidenti difficoltà a livello di bilanciamento, complice una coperta troppo corta.

Ad Abu Dhabi, tempo dopo l’adozione di un aggiornamento che avrebbe dovuto mettere una pezza ai problemi della RB20, Verstappen si lamentava della volubilità della sua monoposto, capace di passare dal sovrasterzo al sottosterzo persino all’interno della stessa curva. Ma l’audace progetto dei tecnici della Red Bull, con un packaging soffocante che non lasciava sfogo alla power unit Honda, ha pure generato una serie di preoccupazioni sull’affidabilità. L’aggiornamento apportato in Ungheria aveva come scopo principale quello di preservare la tenuta della monoposto.

La Red Bull deve trovare la quadra – sfruttando, peraltro, una galleria del vento che si avvia verso l’obsolescenza – in una stagione in cui nel team ci sarà un’altra incognita. Liam Lawson, con soli 11 GP all’attivo, per giunta disputati in due stagioni differenti, è stato protagonista di un salto nel vuoto tutt’altro che banale. Lawson ha sicuramente il carattere per cercare di tenere testa a Verstappen, ma se la RB21 dovesse essere particolarmente capricciosa ricoprire alla perfezione il ruolo di secondo pilota non sarebbe un compito facile, anche se Liam e Max hanno stili di guida per certi versi sovrapponibili.

Mercedes

La Mercedes nella stagione 2025 di Formula 1 dovrà dimostrare di aver finalmente capito a fondo le vetture della nuova era dell’effetto suolo. Che a Brackley ci fossero ancora interrogativi in questo senso lo si intuiva dalle dichiarazioni dei piloti lo scorso anno. Hamilton e Russell da un lato non si spiegavano il motivo per cui la W15 dopo un venerdì di libere convincente si perdesse per strada, e dall’altro non riuscivano a individuare la ragione per cui in determinate circostanze la monoposto fosse particolarmente competitiva.

La Mercedes W15 in certi frangenti lo scorso anno è riuscita a surclassare la concorrenza. Ma quando usciva da quella che si è dimostrata una finestra di utilizzo minuscola, raggiungibile solo con il freddo e con un asfalto liscio, si dimostrava troppo capricciosa per garantire la giusta costanza di rendimento. Senza contare che, come le vetture che l’hanno preceduta, la W15 aveva la tendenza ad avere reazioni esponenziali – e tutt’altro che positive – a cambiamenti minimi a livello di set-up.

Avere ragione di una monoposto capricciosa può diventare un esercizio ancora più complesso per un rookie, come Andrea Kimi Antonelli. Avere una vettura più “comprensibile” sarebbe un grande aiuto per Antonelli in una stagione in cui avrà gli occhi puntati addosso, catapultato com’è sul palcoscenico di uno dei top team della F1. Ma anche George Russell, che nel 2025 dovrà farsi carico del ruolo di pilota senior, ringrazierebbe. I margini di miglioramento ci sono, ma l’importante è che si sappia che direzione prendere.

Ferrari

Dopo aver sfiorato il mondiale Costruttori lo scorso anno, la Ferrari nel 2025 potrebbe avere un’occasione d’oro per imporsi prima che il nuovo regolamento tecnico azzeri i valori in campo. La prevedibilità nel comportamento in pista era stata la chiave dello sviluppo della SF-24, nata senza i capricci di fondo che aveva la vettura che l’ha preceduta, scomposta anche da un rivolo di vento. E la guidabilità dovrà essere al centro anche del progetto 677, chiamato a superare un limite della vettura dello scorso anno.

La Ferrari SF-25 dovrà garantire la costanza di rendimento vista su piste con caratteristiche molto diverse tra loro sulla McLaren MCL38 dello scorso anno. E dovrà mettersi alle spalle i problemi legati alla gestione delle curve veloci, esacerbati fino a causare il ritorno del bouncing dall’aggiornamento apportato a Barcellona. La SF-25 dovrà garantire a Hamilton e Leclerc la stabilità nella percorrenza a centro curva necessaria per avere fiducia nella monoposto, soprattutto in questa generazione di vetture, che hanno la tendenza a scomporsi.

Hamilton a livello di preferenze di guida gradisce un ingresso deciso nei cambi di direzione, con una percorrenza a centro curva molto alta. La stabilità nella percorrenza di questa parte della traiettoria diventa così cruciale per un pilota che, peraltro, apprezza sì un anteriore puntato come Leclerc, ma a differenza sua soffre un posteriore instabile. Ma per rendere la SF-25 più efficace della sua ava sarà necessario anche migliorare un altro punto debole emerso nel corso della stagione 2024.

Molto gentile con gli pneumatici, la Ferrari SF-24 ha mostrato alcune difficoltà nel portare le gomme nella finestra ideale di utilizzo sul giro secco, “accendendole” nel corso dell’out lap. Con questa generazione di monoposto l’introduzione degli pneumatici riveste un ruolo fondamentale, non solo in qualifica. Ma questa debolezza della SF-24 – a volte apprezzabile anche alla ripartenza dopo un regime di Safety Car e più evidente col freddo – in alcuni casi ha avuto un influsso macroscopico sull’economia del weekend di gara, relegando in griglia Leclerc e Sainz in posizioni di rincalzo.

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