F1. Ferrari, McLaren e Red Bull: ecco perché una lotta a tre per il mondiale costruttori non è un’utopia

F1. Ferrari, McLaren e Red Bull: ecco perché una lotta a tre per il mondiale costruttori non è un’utopia
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Ferrari, McLaren e Red Bull potrebbero davvero dare vita a una lotta a tre per il mondiale costruttori nella stagione 2024 di Formula 1. Ecco perché
28 maggio 2024

Chi avrebbe potuto ipotizzare, anche solo poche settimane fa, che in Formula 1 potesse accendersi una lotta mondiale a tre tra Red Bull, Ferrari e McLaren? Gli ultimi tre Gran Premi – Miami, Imola e Montecarlo – sembrano aver portato una ventata di novità nel Circus. Pare una F1 al contrario, quella vista nelle ultime corse, con una Red Bull vulnerabile come mai lo è stata dall’inizio del suo dominio nell’era dell’effetto suolo. I valori in campo si sono talmente ravvicinati da consentire agli avversari di aggiudicarsi due GP, con il terzo, Imola, vinto per un soffio da Verstappen.

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Max Verstappen, dal canto suo, si aspetta delle “montagne russe” nel corso della stagione, con alcune gare sottotono e altre migliori. Nel caso di Monaco, a pesare moltissimo sul risultato della Red Bull è stato il comportamento della RB20 sui cordoli e sulle asperità delle stradine del Principato. Rigidissima, la monoposto della scuderia di Milton Keynes si scomponeva, anziché assorbirli, e con i muretti così ravvicinati c’era veramente poco da fare. Il risultato per Verstappen è stato un sesto posto lontano anni luce dalle prestazioni di inizio stagione.

“Miami e Imola sono due circuiti particolari, così come lo sono anche Monaco e Canada, dove sfruttare i cordoli è molto importante – osserva il viincitore del Gran Premio di Montecarlo 2024, Charles Leclerc, gettando dell’acqua sulle brucianti aspettative dei tifosi -. Su piste del genere, la Red Bull non riesce a mostrare la forza della sua macchina. Bisogna aspettare ancora un po’ per capire quali sono i veri valori in campo. Speriamo di poter azzerare il distacco e giocarcela alla pari. Sarebbe fantastico per la F1”.

La sensazione, al netto della cautela di Leclerc, è che finalmente stiamo assistendo all’avvicinamento dei valori in campo. Una tesi, questa, corroborata anche da Christian Horner a Monaco: “Era inevitabile che si verificasse una convergenza tecnica al terzo anno di questi regolamenti, con le linee e le forme delle auto che diventano sempre più simili. Il fatto che siamo rimasti al top per così tanto tempo è incredibile”. “Più si è competitivi – aggiunge il team principal della Red Bull - minore è il riorno sull’investimento di un aggiornamento. E con il budget cap, bisogna essere molto selettivi nello scegliere il momento opportuno per introdurli”.

“Razionalmente mi viene da pensare che su circuiti normali la Red Bull sia ancora favorita – osserva Carlos Sainz -. Ma non da dominatrice, spero. Io credo che Red Bull, McLaren e Ferrari si trovino a un livello molto simile. A Imola e Miami, sembravamo attardati di circa un decimo e mezzo rispetto alla McLaren e uno o due sulla Red Bull. Con 24 punti di svantaggio dalla Red Bull nel costruttori, può succedere di tutto, soprattutto se riesce a mettere pressione ai piloti. Se il loro vantaggio è di uno o due decimi in qualifica, non si possono permettere degli sbagli, perché riusciremmo a capitalizzarli”.

Sainz va dritto al punto. Con tre team così ravvicinati, la Red Bull non può più permettersi di commettere sbagli. Così come certe debolezze che le vetture della scuderia di Milton Keynes hanno da anni – vedi la questione cordoli – sono molto più evidenti ora che la Red Bull non ha più un vantaggio di quattro o cinque decimi al giro in gara, così eventuali errori rischiano di costare molto cari. Semplicemente, ora ci sono due scuderie che possono approfittarne. E in questo contesto, la scuderia di Milton Keynes ha un anello debole molto esposto.

Parliamo di Sergio Perez, che, dopo un inizio di stagione convincente, si sta nuovamente perdendo. A Monaco la colpa dell’incidente al via non era sua, ma non avrebbe mai dovuto trovarsi in una posizione così arretrata in griglia. Certi risultati sottotono non contavano più di tanto quando bastava il solo Verstappen per vincere pure il mondiale Costruttori. Ma oggi il vento è cambiato. Servono due piloti, e non uno e mezzo, per centrare l’obiettivo. E se il mondiale di Verstappen non sembra in discussione, lo stesso non vale per l’altro titolo in palio.

Come ha sottolineato Sainz, anche gli aggiornamenti potrebbero avere un ruolo cruciale. Sappiamo che la Ferrari avrà un altro ampio pacchetto di upgrade nel corso di questa stagione, e lo stesso varrà anche per la McLaren. Ma sarà importantissimo anche massimizzare i risultati, vincendo gare quando è possibile farlo, e raccogliendo punti importanti quando il successo è fuori dalla portata. In ogni caso, quello che sembrava impossibile anche solo poche settimane fa ora sembra realtà. Ed è un’ottima notizia per la F1.

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