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Il 2025 della Scuderia Ferrari è iniziato ufficialmente ieri sera quando sono stati tolti i veli dalla SF-25. Non solo la livrea, ma anche tutte le scelte tecniche fatte dal team di Maranello per Leclerc ed Hamilton sono state rivelate. Questa non è solamente la prima monoposto del sette volte campione del mondo, ma anche la prima con Loic Serra come direttore tecnico della Rossa.
“Il principale obiettivo della SF-25 è quello di trovare spazio per poter spingere nello sviluppo aerodinamico, ma in generale in quelli che saranno gli aggiornamenti che arriveranno nel corso della stagione. La SF-24 ha concluso molto forte, ma era ormai diventato impossibile trovare altro margine per trovare performance. Sono stati fatti degli aggiustamenti alla zona anteriore che è stata spostata leggermente in avanti, ma parliamo di piccoli dettagli. Non è quello il principale cambiamento” ha dichiarato Loic Serra ai media selezionati da Ferrari, tra cui anche Automoto.it.
“Anche se è cambiata molto, la vettura è una perfetta continuità della sua antenata. Effettivamente abbiamo cambiato principalmente le componenti interne. Ma il concetto di performance è lo stesso. Speriamo che sia il margine di sviluppo, come ha anticipato prima, a darci quello slancio in più rispetto allo scorso anno. Ma non ci aspettiamo di mettere la monoposto in una situazione diversa dall’attuale”.
“Il lavoro sulla SF-25 è iniziato a marzo dello scorso anno, motivo per cui, guardando al processo di sviluppo, è tutto un progresso della SF-24. Questo è dovuto al fatto che io sono arrivato in Ferrari solamente ad ottobre, quando tutte le decisioni erano state già prese [ndr, da Enrico Cardile, ex direttore tecnico del team di Maranello]. Ma non dobbiamo pensare che già nel mese di settembre tutto era concluso perché questo è un processo continuo che durerà per tutto l’arco della stagione. Stiamo ancora pensando a cosa potrebbe accadere tra cinque o dieci gare e così via. In generale, l’approccio, come ho detto prima, è quello di trovare margine per migliorare lo sviluppo e il passo. Tutto questo era diventato impossibile con la SF-24. Abbiamo voluto, per meglio dire, cercare di dare un senso andando a ottimizzare quello che già avevamo”.
“Essendo il regolamento tecnico giunto al suo ultimo anno, in queste auto è tutto basato sui dettagli. Abbiamo puntato sulle sospensioni anteriori, ma quella è solamente la parte più visibile della punta dell’iceberg. La maggior parte della vettura è nuova, e non è detto che si debba notare ad occhio nudo, da fuori, ma sono proprio quelle parti ad avere la maggiore influenza. Se pensiamo alla griglia dello scorso anno, l’auto davanti a noi era all’incirca 30 millisecondi più veloce. Partendo da questo, ogni singolo millisecondo che noi riusciamo a trovare dal lato aerodinamico, da quello delle sospensioni o della gestione delle gomme, alla fine conta veramente tanto”.
“Il 2025 sarà una stagione molto complicata. Dovremo lavorare su due auto, con due differenti regolamenti ma nello stesso anno. Nel 2026 tutto cambierà e sarà decisamente diverso rispetto ad ora perché riguarderà le Power Unit, ma anche il fondo e le gomme. Quindi sarà una grande sfida da affrontare, insieme alla consapevolezza che ogni millisecondo ricavato dalla SF-25 farà la differenza, mentre sarà sempre più complicato trovare quella performance in più. Davanti a noi avremo comunque una pagina bianca che è il 2026, per cui sarà difficile trovare un bilanciamento tra il 2025 e il 2026”.
“Uno degli aspetti più importanti è il feedback della macchina da parte dei piloti perché loro ci permettono di individuare quali sono le limitazioni in pista dicendoci cosa gli serve per andare più veloci. Oggi la maggior parte dello sviluppo oggigiorno avviene virtualmente e non più nella realtà. Ma questo elemento della descrizione umana del comportamento della macchina è ancora molto importante. Soprattutto per quanto riguarda la gestione delle gomme. E’ interessante vedere come interagiscono tutti i vari fattori”.
“Il ruolo che ricopro qui in Ferrari è un’evoluzione di quello che avevo prima in Mercedes, ma è diverso. Sono veramente molto fortunato ad essere circondato da persone veramente talentose e piene di esperienza in ogni area del team, sono loro ad aiutarmi veramente tanto. Nei miei primi mesi qui a Maranello ho notato, forse perché adesso sono un direttore tecnico, alcune differenze. Ma quello che scatta all’occhio in Ferrari sono il talento e la motivazione, due ingredienti fondamentali per migliorare sempre di più”.