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È stato un meteo alla rovescia, quello delle qualifiche del Gran Premio di Ungheria 2024 di Formula 1. Dopo il caldo infernale di ieri, il sole cocente ha lasciato il posto a nuvole che minacciavano pioggia sin dal mattino. E proprio poco prima della lotta sul giro secco, sono arrivati i primi scrosci a dare sollievo dall’umidità e a sparigliare le carte in tavola, con un asfalto vertiginosamente più freddo rispetto al venerdì di libere: 30 gradi contro quasi 60, come il giorno e la notte.
In queste circostanze, ci si attendeva una Mercedes galvanizzata, ma la scuderia di Brackley ha raccolto meno di quanto si poteva preventivare. Le cose si sono complicate fin dal principio, con George Russell fuori alla Q1 per un maiuscolo errore di valutazione del muretto, che non lo ha messo in pista con un quantitativo di carburante sufficiente per portare a termine la sessione. Lui ha chiesto scusa al team per non aver colto un tempo sufficientemente competitivo a inizio Q1, ma l’errore più grave è proprio quello della scuderia.
Lewis Hamilton, invece, ci ha messo tanto del suo nella Q1, cogliendo il miglior crono fino a quel momento in condizioni delicate, in cui l’esperienza e il manico possono davvero fare la differenza. Ma nel prosieguo delle qualifiche la W15 nelle sue mani è apparsa nervosa, come se i suoi input la infastidissero. “Le gomme non amano come guido”, ha sottolineato con un sorriso amaro Hamilton alla stampa presente in pista. Ma è più che altro l’attuale generazione di monoposto a non gradire le frenate profonde e tardive che sono sempre state il marchio di fabbrica del sette volte campione del mondo.
Se Hamilton non sorride, non lo fa nemmeno Max Verstappen, apparso abbacchiato dopo aver colto un terzo posto che sa di resa a un avversario più forte. Nonostante l’aggiornamento portato sulla sola RB20 dell’olandese, la Red Bull comincia davvero a faticare anche nelle sue mani. A fine Q3, consapevole di rischiare di non poter cogliere un crono, ha mollato il colpo, togliendosi il casco prima che finisse il tempo, rimasto sui due minuti e 13 secondi a lungo per via della bandiera rossa causata da Yuki Tsunoda.
Il giapponese della RB ha sbattuto violentemente contro le barriere, con una dinamica che avrebbe potuto essere davvero pericolosa. Ma ad avere la peggio è stato il suo ego, in un momento in cui rivendica con fierezza la possibilità di una promozione in Red Bull, dove il sedile di Sergio Perez vacilla sempre di più. Il messicano è finito a muro in Q1 per la seconda volta consecutiva, mentre le condizioni della pista erano in peggioramento. Non è una scusante, per un pilota della sua esperienza. E vedendo la sua monoposto dilaniata dopo l’impatto non abbiamo potuto fare a meno di immaginarcela come una crudele metafora dello stato della sua carriera.
La Ferrari, dal canto suo, con il nuovo aggiornamento mette una pezza che non può risolvere i problemi della SF-24. Secondo Carlos Sainz, la Rossa avrebbe fatto meglio con le temperature torride di ieri, ma rimane comunque lo stesso svantaggio, che lo spagnolo quantifica in circa 3 o 4 decimi. Con un deficit così, in gara si può solo approfittare delle circostanze, e quantomeno Sainz, cogliendo il quarto posto, si è messo nelle condizioni ideali per guadagnare da eventuali passi falsi dei primi tre. E se Charles Leclerc, sesto, dice di non aver ottenuto “il giro della vita”, il monegasco è sicuro che il quarto posto rappresentasse il miglior risultato possibile. La fiducia nel mezzo c’è, ha risposto Leclerc a una nostra domanda in merito. Ma se il passo manca, serve a poco.
In un altro fine settimana di condizioni mutevoli, resta una certezza. La McLaren, la miglior macchina per distacco in qualifica, soprattutto nel secondo e nel terzo settore. La MCL38 si è accesa con il meteo di oggi, ma ha ben figurato sin dall’inizio del weekend. Lando Norris, al solito, si è recriminato qualcosa, ma sul giro secco ha fatto davvero la differenza. Una prima fila tutta papaya, con Oscar Piastri secondo, è un vantaggio da non sottovalutare, ma è solo il primo passo. Serve che tutto sia perfetto per evitare sorprese sgradite e far sì che l’unica cosa a mutare rispetto a oggi sia il meteo, pronto a tornare a infuocare nuovamente la bolgia dell'Hungaroring.