F1: Ferrari, ecco dove Carlos Sainz ha fatto la differenza in qualifica rispetto a Verstappen e Norris

F1: Ferrari, ecco dove Carlos Sainz ha fatto la differenza in qualifica rispetto a Verstappen e Norris
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Carlos Sainz ha saputo fare la differenza nelle qualifiche del Gran Premio del Messico 2024 di Formula 1: ecco i segreti della sua pole position
27 ottobre 2024

Ci vuole il giusto ritmo per farsi strada con agilità nelle sezioni più tortuose del Circuito Hermanos Rodriguez. E Carlos Sainz nelle qualifiche del Gran Premio del Messico 2024 di Formula 1 ha saputo destreggiarsi sapientemente, cogliendo non uno, bensì due giri che gli sarebbero valsi entrambi la pole position. C’è una Ferrari pronta a scattare al palo su un circuito che premia l’efficienza aerodinamica complessiva della monoposto, in un contesto in cui la rarefazione dell’aria riduce la deportanza generata e strozza lo spunto del motore.

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Da subito a suo agio a Città del Messico, Sainz ha trovato l’equilibrio giusto per fare al meglio nei tre settori della pista senza lasciare nulla sul piatto, ed è riuscito quando il gioco si è fatto duro a staccare la concorrenza, producendosi in una rotazione perfetta della sua Ferrari SF-24. C’è moltissimo di Sainz in una pole che potrebbe aiutare la Ferrari a mantenere il ritmo imposto con la doppietta di Austin, insieme a un altro fattore.

Grazie al quarto posto colto da un Charles Leclerc meno incisivo del compagno di squadra, la Ferrari è l’unica delle scuderie di punta a poter contare sulla presenza di entrambi i piloti nelle prime due file. Un vantaggio, questo, da sfruttare a livello strategico durante la corsa, e magari anche in partenza. Charles a caldo è stato molto severo con sé stesso dopo essere incappato nell’overdrive nel tentativo di sfruttare i suoi guizzi nel secondo settore per compensare eventuali deficit nel resto del giro. Una tattica, questa, che non ha dato i frutti sperati.

In prima fila con Sainz si accomoderà un cliente scomodo, Max Verstappen, capace di strappare un secondo posto fatto di grande aggressività nonostante ieri non abbia girato. Con la sua Red Bull RB20 Verstappen è stato in grado di attaccare i cordoli per percorrere la minor distanza possibile, giocando sul filo della cancellazione del tempo per via del mancato rispetto dei limiti della pista. Ma quando è arrivato il momento di tirare la zampata finale, Max è riuscito a trovare l’equilibrio migliore tra la foga e la ragione.

Max graffia in qualifica, e le sue qualità non dovrebbero più stupire nessuno. Ma sulla corsa di Verstappen aleggiano le ombre di problemi di affidabilità. Sulla sua RB20 dopo gli inconvenienti di ieri è stata installata una power unit già omologata, ma il posizionamento aggressivo delle masse radianti per esasperare l’aerodinamica della monoposto la espone a problemi di surriscaldamento che costituiscono da tempo una preoccupazione per la Red Bull. Dopotutto, già in Ungheria era stato deliberato un pacchetto di aggiornamenti pensato proprio in chiave affidabilità.

E se Verstappen vola con una vettura a tratti capricciosa, ma soprattutto potenzialmente fragile, il suo compagno di squadra Sergio Perez scivola agli inferi nonostante l’affetto del pubblico di casa. Solo diciottesimo, Perez ha accusato un distacco abissale da Verstappen, che sottolinea da un lato le qualità dell’olandese, ma anche le sue mancanze, sempre più evidenti. Nelle qualifiche del Messico ha steccato pure Oscar Piastri, pasticcione in curva 12. È in frangenti come questi che si nota un lato ancora acerbo di un pilota dal grande potenziale.

Ma anche Lando Norris potrebbe avere qualcosa da recriminarsi. Così come è successo anche a Leclerc, l’inglese non è stato in grado di costruire il giro ideale in una qualifica in cui la sua McLaren MCL38 vantava un nuovo fondo, a completamento del pacchetto di aggiornamenti introdotto ad Austin. Come ha più volte sottolineato Andrea Stella, trovare il momento opportuno per implementare degli upgrade è un esercizio complesso. Ma la McLaren doveva osare, perché in F1 chi si ferma è perduto.

In un weekend in cui la McLaren cerca di far fruttare il suo nuovo fondo – componente cruciale, le cui modifiche non necessariamente portano i risultati sperati, visto che eventuali guadagni in termini di carico potrebbero rendere la vettura capricciosa – la Mercedes, a sua volta alle prese con un fondo di recente introduzione, resta un oggetto misterioso. George Russell e Lewis Hamilton occupano la terza fila con una vettura che mostra dei lampi di efficacia troppo circoscritti per fare la differenza. Una monoposto che in termini di costanza di rendimento è anni luce lontana dalla Ferrari con cui Carlos Sainz cercherà di giocarsi una delle sue ultime chance di vincere difendendo i colori della Rossa, trovando il giusto ritmo.

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