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La classifica della seconda sessione di prove libere del Gran Premio dell'Azerbaijan di Formula 1 a Baku racconta di una Ferrari vicina alle prime posizioni, con Carlos Sainz e Charles Leclerc in seconda fila virtuale, e una Mercedes arretratissima, fuori dai primi dieci sia con Lewis Hamilton che con Valtteri Bottas. Ma può davvero finire così? Il dato sul giro secco, se non fallace, è quantomeno incompleto. Le informazioni più succose riguardano la gestione degli pneumatici, che a Baku, insieme all'impiego impeccabile dell'ìbrido, sarà cruciale. Partiamo da un presupposto: di per sé, le caratteristiche della pista di Baku rendono più complesso il raggiungimento della corretta finestra di utilizzo delle gomme.
Sono i due lati della pista bifronte di Baku a renderla così complessa. Perché sia le curve lente che l'infinito rettilineo - che inevitabilmente provoca un raffreddamento delle gomme - non contribuiscono ad estrarre il massimo dalle coperture. Il fatto che in Azerbaijan faccia particolarmente caldo aiuta, ma fino ad un certo punto. Ad avere i maggiori problemi su questo fronte è stata proprio la Mercedes. Lo si è visto da un paio di indizi. Prima di tutto, sia Hamilton che Bottas hanno sfruttato due giri per riscaldare le gomme prima di un tentativo lanciato. E, in secondo luogo, andando a vedere i tempi nei long run, i primi giri per entrambi, a parità di mescola con la concorrenza, sono stati più lenti.
Si tratta dello stesso problema che la Mercedes ha avuto a Imola. Se sulle rive del Santerno molto era da imputare alle temperature rigide per il periodo dell'anno, a Baku l'inconveniente è legato al layout. Una volta raggiunta la finestra corretta di utilizzo, Hamilton nel long run con le medie ha mantenuto una certa costanza nelle tornate successive, segno di un passo gara incoraggiante, ma non al livello della Red Bull. Bottas, invece, ha avuto qualche difficoltà in più. Non stupisce: anche a Imola Hamilton era riuscito, anche se con uno sforzo notevole, a trovare la quadra, Valtteri no. Probabilmente lo stile aggressivo di Lewis aiuta, in queste condizioni.
La Ferrari, dal canto suo, ha mostrato il problema inverso. Sainz e Leclerc hanno trovato il tempo praticamente subito, segno che la SF21 non ha particolari difficoltà sul giro secco. Ne ha, invece, nella tenuta sul passo gara. In cui la Rossa presenta un andamento opposto a quello della Mercedes. Leclerc, con le medie, è stato subito molto veloce, ma ha siglato tempi vistosamente più lenti con il passare dei giri. Indicativo è stato il team radio del monegasco sul finire della sessione. Leclerc ha chiesto di rientrare perché, a suo avviso, le gomme erano talmente usurate da rischiare un incidente. Questo è uno dei limiti della SF21, che tende a mangiarsi le gomme.
Il dilemma che la Ferrari dovrà cercare di risolvere nelle prossime ore è tutt'altro che semplice da risolvere. Riusciranno i tecnici della Rossa a rendere la monoposto più delicata con le gomme senza compromettere la prestazione sul giro secco? C'è molto su cui ragionare. E l'appunto di Leclerc su un possibile incidente è un fattore di cui bisogna tenere conto. Se Ferrari e Mercedes hanno entrambe qualcosa da recriminare, in Red Bull possono dirsi soddisfatti.
A parte un po' di clipping dell'ibrido a fine rettilineo, la scuderia di Milton Keynes è l'unica che si è dimostrata veloce sia sul giro secco che sul passo gara. Più della prestazione del solito Max Verstappen, lo dimostra quella di Sergio Perez, autore del miglior venerdì in Red Bull finora e più rapido del compagno di squadra pure sull'eccellente passo gara. Se anche Sergio, finora parecchio in difficoltà nell'adattamento alla sua nuova monoposto, si è espresso così bene, è segno di una solidità notevole. Domani è un altro giorno, ovviamente. Ma oggi la ciurma di Chris Horner può dirsi soddisfatta.