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«Il Mugello sfortunatamente può cambiare solo di poco gli equilibri. Se una monoposto è veloce, lo è su ogni pista, sia essa ad alta o bassa velocità»: Mattia Binotto mette le mani avanti in vista del Gran Premio della Toscana Ferrari 1000 di Formula 1 al Mugello. 1000 come i GP che la Rossa raggiungerà in F1: un traguardo incredibile, che arriva però in uno dei momenti più difficili della lunga storia della Ferrari nella categoria regina del motorsport. Reduce dal tonfo di Monza, con un doppio ritiro pesantissimo sia per il morale che per la classifica, la Ferrari ha margini di miglioramento, anche se limitati. «Certamente questa pista ha caratteristiche diverse da quelle sulle quali abbiamo appena corso e per questo speriamo di fare meglio di quello che abbiamo fatto in precedenza»: queste le parole il team principal della Ferrari riportate dalla Gazzetta dello Sport.
E la Ferrari al Mugello corre davvero in casa, visto che la pista toscana è di proprietà della scuderia di Maranello dal 1988. «Il Mugello lo conosciamo molto bene per averci svolto molti test - spiega Binotto -. Con Michael Schumacher venivamo spessissimo a provare. È una pista bellissima, molto impegnativa e veloce che piace tantissimo ai piloti che ci hanno corso». Impegnativa perché serve trovare il giusto compromesso tra la velocità sul dritto e la parte tecnica, guidata della pista che esalta gli alfieri che la affrontano: sarà fondamentale azzeccare il bilanciamento. Compito non facilissimo per la Rossa, con la SF1000 deficitaria sul dritto e quindi spesso scaricata più del dovuto per compensare.
Ma, al netto di tutto questo, Binotto guarda anche al futuro: «La Ferrari c’è stata per 70 anni e continuerà per almeno altri 70». Anche se il presente vede la Rossa sotto pressione, che il team principal definisce però positiva. Anche perché l'affetto dei fan resta: «Indipendentemente dai momenti di difficoltà sentiamo sempre il supporto dei nostri tifosi. Spero che anche loro capiscano la situazione in cui ci troviamo. È una gara speciale, ma quando si compete in un campionato, ogni gara è importante, quindi il livello di attenzione e la concentrazione sono sempre altissimi». E servirà tutta la concentrazione possibile per risalire la china, a cominciare dal Mugello. Con la dolorosa consapevolezza, però, che non si può sperare nel miracolo.