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Avrebbe dovuto essere il weekend della risposta di Charles Leclerc e della Ferrari alla vittoria di Max Verstappen a Barcellona, e invece alla fine a Monte-Carlo a spuntarla è stata Sergio Perez, visibilmente emozionato sul gradino più alto del podio della corsa che continua a far soffrire il suo pilota di casa. Parlare di sola sfortuna, per Leclerc, sarebbe però riduttivo. Perché a pesare sul risultato della scuderia di Maranello hanno pensato le scelte strategiche del muretto della Rossa.
“A Monaco la vittoria non dipende dalla velocità, ma dalle giuste decisioni strategiche”, ha sottolineato Carlos Sainz, secondo al traguardo. E le fasi clou della gara della Ferrari lo dimostrano. Il primo scossone alla gara di Leclerc è arrivato in occasione della prima sosta, per montare le intermedie. Perez, fermatosi due giri prima di Charles per perfezionare lo stesso cambio, si è ritrovato ad avere strada libera nella tornata successiva, grazie alla sosta di Lando Norris. Liberatosi dell’inglese, ha potuto spingere abbastanza da ritrovarsi davanti a Leclerc. La mazzata finale, però, è arrivata con la doppia sosta per Sainz e Leclerc, con quest'ultimo attardato dalle circostanze.
Che ci fossero dubbi sulla bontà della chiamata anche da parte della Ferrari stessa lo si evince dal tentativo in extremis di bloccare l’ingresso ai box di Leclerc. Era troppo tardi, però: Charles aveva già imboccato la pitlane. Un’esitazione che ha addirittura fatto scivolare Leclerc ai piedi del podio. A nulla sono poi valsi i tentativi di Sainz e di Leclerc di movimentare la classifica nell’ultima fase di gara, in cui i primi quattro erano racchiusi in pochi secondi. A Monaco, d’altronde, sorpassare è un esercizio tutt’altro che banale, anche nel caso di vistose differenze prestazionali, come ha sottolineato Verstappen in conferenza: “Non importa chi è più veloce in gara, se non si riesce a passare”.
Il conto in classifica costruttori delle ambasce di oggi si fa salato per la Rossa, visto che la Red Bull lascia Monte-Carlo con 36 punti di vantaggio sulla Ferrari. Un distacco consistente, soprattutto perché incrementato su una pista che sulla carta avrebbe dovuto essere favorevole alla scuderia di Maranello. Non è andata così. Perché la fortuna sarà anche cieca, ma la strategia ci vede benissimo. E in una giornata di “decisioni difficili da prendere”, come le ha definite Sainz, le sbavature pesano come macigni.