F1, Ferrari 640: "papera" velocissima ma inaffidabile

F1, Ferrari 640: "papera" velocissima ma inaffidabile
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Torniamo indietro al 1989, anno di grandi cambiamenti regolamentari proprio come il 2017, per ripercorrere la storia della Ferrari 640, veloce ma inaffidabile
28 febbraio 2017

C'è un'analogia di fondo tra la stagione che sta iniziando con quella 1989: oggi come allora la Formula 1 si trova davanti ad una vera e propria rivoluzione tecnologica. All'epoca si passò dal motore turbo all'aspirato.

La Ferrari, per interrompere un trend mediocre iniziato quasi 4 anni prima, optò per una rivoluzione totale. Al posto dell'incolpevole Michele Alboreto era arrivato Nigel Mansell, per affiancare l'austriaco Gerhard Berger.

La storia dell'inglese con la Rossa aveva avuto un prodromo e un protagonista eccellente: nell'estate del 1986 infatti fu Enzo Ferrari in persona a volere il suo ingaggio ma la trattativa saltò. Mansell quindi deve essere considerato a tutti gli effetti l'ultimo pilota scelto dal Drake.

I dubbi, tanti, furono meramente di natura tecnica. Il progetto della 640 - ribattezzata 'papera' per via del muso - fu tanto ambizioso quanto azzardato, in pieno stile John Barnard, geniale progettista che con la Ferrari visse un rapporto eufemisticamente tormentato.

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La stranezza più evidente della vettura fu il cambio al volante semiautomatico a 7 marce, un'innovazione per la Formula 1.

E si arrivò in Brasile per la gara inaugurale, domenica 26 marzo 1989; allora si correva sul circuito di Jacarepaguà. In prova il più veloce era stato Ayrton Senna su Mclaren, Riccardo Patrese su Williams (motorizzata per la prima volta Renault) secondo, Berger terzo e Mansell sesto.

Al via Senna scattò male e alla prima curva di fatto compromise con un contatto la sua gara e quella del ferrarista austriaco. Patrese comandò per 16 giri davanti a Mansell e a Prost, poi l'inglese ruppe gli indugi e si portò al comando che mantenne pressochè ininterrottamente fino al traguardo. Quel giorno andò tuttò perfettamente, cambio del volante in gara compreso.

L'inaffidabilità della macchina tuttavia emerse fin dalla seconda gara: i ritiri complessivi furono 19 di cui 12 del solo Berger. Eppure in alcune gare la 640 sembrò davvero volare.

Del Brasile si è detto sopra, della vittoria di Mansell in Ungheria si è detto tutto: per fortuna rimane intatta ad oggi l'emozione nel rivedere il suo sorpasso su Senna.

In Francia e in Belgio l'inglese firmò due 'capolavori minori': al Paul Ricard arrivò secondo dopo essere partito dai box (causa incidente al primo via), a Spa rimediò oltre due secondi in qualifica da Senna salvo arrivare terzo a fine gara con un distacco inferiore.

Lo stesso Berger, incontrastato campione del mondo di sfortuna in quella stagione, riuscì a vincere in Portogallo, nel giorno della bandiera nera ignorata proprio dal suo compagno di squadra che poi speronò Senna.

I dati statistici consegnano la Ferrari 640 alla storia con 3 vittorie e 4 giri più veloci ma c'è un particolare che colpisce: 9 podi su 9 arrivi complessivi.

Qualcuno a Maranello probabilmente sarebbe pronto a firmare per un risultato del genere nel 2017.

Francesco Tassi

Da Moto.it

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