F1: Fernando Alonso, assalto alla 500 Miglia di Indianapolis

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Alonso si prepara ad una sfida complessa: la 500 Miglia di Indianapolis. Come andranno le cose?
20 aprile 2017

Il dado è tratto, direbbe Giulio Cesare attraversando il Rubicone, ma qua da attraversare ci sarà solo l'Atlantico e diverse volte in un mese, tanto che le compagnie aeree dovrebbero dare una tessera Platinum a Fernando Alonso calcolando le volte che dovrà recarsi negli USA per prendere confidenza con la macchina e la nuova avventura nella F.Indy.

L'idea di correre la 500 Miglia di Indianapolis, saltando il GP di Montecarlo, nasce da un problema grosso della McLaren che con Honda non è venuta a capo di niente dopo tre anni di tentativi. E allora, affidandosi alla struttura di Andretti Autosport, che schiererà la sesta macchina (una Dallara Honda) per Alonso, ecco cosa dicono e pensano dell'operazione, dimenticandosi una cosa importante: che Alonso sa perfettamente cosa fa e perchè.

"Per dimostrare di essere il miglior pilota al mondo dovrei vincere più di 7 titoli mondiali ma non è più possibile, (gliene mancano 5, ndr...) ma posso dimostrare di essere un vincente in tutte le categorie, dalla 500 Miglia di Indianapolis alla 24 ore di Le Mans, allora mi concentro su questo obiettivo". Questa la base di partenza di una idea che rende meno drammatico l'anno di Honda in F.1 visto che nella Indy sono competitivi e al vertice.

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La McLaren ha iscritto la macchina che avrà dei colori simili a quelli usati in F.1, ora la parola passa al simulatore della Dallara a Varano e alla pista durante i test della settimana. Dice Mario Andretti in una intervista ad Autosprint: "Indy è il posto dove per sei ore al giorno per sei giorni di fila un debuttante può provare a lungo, Alonso farà tanti di quei km che nemmeno in F.1". Quindi la possibilità di fare dei test veri oltre al simulatore sarà di aiuto a Fernando.

"Gli consiglio un bel sedile comodo così quando va a sbattere assorbe meglio l'urto" il commento sagace di Villeneuve, anche se alcuni, come Danny Sullivan (ex F1 e Indy attuale commissario FIA) la vedono diversamente: "Intanto Alonso è un racer, un pilota vero, quindi non va a fare la scampagnata, conosce il pericolo, sa come rischiare e come fare. Il resto è abitudine alla pista. Il bello e il brutto di Indy è che il muro non si sposta, ma sta lì per tutti quanti, non è il caso di sfiorarlo, anzi a Indy bisogna tenersi ben lontani dal muro in curva anche se ci sono diverse traiettorie".

"Le 4 curve sembrano tutte uguali ma non lo sono, la 4 in special modo è quella che tradisce di più un debuttante perché cambia la pendenza e la traiettoria. Andare forti da soli non è un problema, la difficoltà per Alonso sarà quella di andare forte in mezzo agli altri perché le scie e il carico aerodinamico cambiano totalmente la macchina, quindi è questa la vera difficoltà, poi tutto sta alla fortuna, alla strategia della squadra, alle circostanze. Per me potrebbe vincere al primo colpo".

Invece Alonso, tramite un suo amico-portavoce, sa perfettamente che..."sarà più facile che vada male che bene, nel senso che l'anno scorso ha vinto un esordiente come Rossi ma si sono fermati in 4 all'ultimo giro per la benzina, quindi condizioni uniche. E' un modo per staccare la spina, in questo mese concentrarsi su un progetto interessante mentre in F.1 cercano di risolvere la situazione. E' una sfida nuova, va affrontata al meglio". Ed è quello che sta facendo Fernando Alonso.

Disegno: Gabriele Pirovano

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